La Giunta capitolina ha approvato la proposta di modifica a due articoli del Regolamento di polizia cimiteriale, in modo da garantire l’anonimato alle donne che hanno dovuto interrompere la gravidanza oltre il terzo mese e che possono ora scegliere tra la sepoltura o la cremazione.
Nel primo caso il cippo funerario indicherà solo un codice alfanumerico associato al protocollo della richiesta e, nel caso in cui la donna decida di non esprimersi, sarà l’Asl a intervenire, e il codice alfanumerico sarà quello dell’azienda sanitaria.
L’elenco dei relativi protocolli sarà conservato al cimitero, con accesso consentito solo alla madre ed agli altri aventi titolo.
Questo eviterà il ripetersi di situazioni incresciose come quelle avvenute negli scorsi anni, in cui alcune donne hanno trovato il loro nome scritto su delle croci nelle zone del cimitero in cui erano sepolti i feti, pur non avendo mai dato il consenso alla sepoltura, e non essendo neppure a conoscenza del fatto che il feto si trovasse al cimitero. Una violazione del loro diritto alla riservatezza ed autodeterminazione in un momento così delicato della loro vita.