Retromarcia in Svizzera sulla contrarietà a costruire nuovi cimiteri islamici e per ebrei

Il leader del Partito Popolare Democratico svizzero, una formazione centrista, si è scusato per aver chiesto di vietare la costruzione di nuovi cimiteri per musulmani ed ebrei, a pochi giorni dal referendum con cui i cittadini elvetici hanno detto no ai minareti. “Mi dispiace. Non intendevo quello”, ha detto Christoph Darbellay al quotidiano Blick, spiegando che intendeva invece fare riferimento al “principio che apparteniamo tutti alla stessa società svizzera… ma non si può spiegare in 15 secondi”. Le parole di Darbellay hanno subito scatenato le proteste della Conferenza dei Rabbini Europei, che ha detto anche che il divieto di costruire minareti alimenterà il clima di xenofobia e rischia di rendere gli ebrei il prossimo obiettivo dell’intolleranza religiosa. “L’esempio svizzero è un classico: l’estrema destra non se la prenderà solo con i musulmani”, ha detto a Reuters Philip Carmel, direttore delle relazioni internazionali della Conferenza. In Svizzera, dove vivono 7,7 milioni di persone, i musulmani sono più di 300.000, e provengono prevalentemente da Bosnia, Kosovo e Turchia. Gli ebrei sono invece circa 20.000.

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