Reti contenitive per feretri da inumazione

opengraveChi ha avuto l’amara occasione di assistere all’apertura di una tomba in campo di terra sa benissimo quale disgustoso spettacolo sia vedere gli operatori che, dalla terra smossa, quasi violentata dalla pala dell’escavatore, estraggono i miseri resti, spesso incrostati di fango assieme a brandelli di tessuti ormai laceri.

In effetti, quando si arriva al coperchio della cassa è necessario calarsi direttamente nella fossa, muniti di calosce e guanti per rimuoverlo, anche se questo si presenta ormai malfermo ed in parte corroso, altrimenti la benna della macchina potrebbe distruggere o disperdere il mesto contenuto della bara.

L’esumazione è sempre un momento terribile, per tutti, siano parenti o i seppellitori, che con le mani, il più delle volte senza nemmeno tanto garbo, ricompongono frettolosamente le ossa ancora sporche di melma nella cassettina zincata adibita ad ossario.

Ormai i campi d’inumazione sembrano luoghi devastati da una guerra di rara ferocia.

Il terreno, infatti, è continuamente smosso e violentato dalle pale degli escavatori siccome le esumazioni ormai avvengono con ritmi ossessivi.

Tra i cumuli di terra fradicia è facile intravedere brandelli di vestiti o frammenti ossei, mentre i dieci anni di sepoltura legale non sono quasi mai sufficienti alla mineralizzazione delle salme e, così, si deve provvedere ad estrarre manualmente carcasse sfigurate o parti anatomiche inconsunte dal fango della fossa, per avviarle a nuovo interramento.

Bisogna poi considerare come i campi d’inumazione, a causa dell’intenso sfruttamento non presentino quasi più le caratteristiche chimiche e fisiche per garantire un rapido disfacimento dei feretri, senza poi contare il potenziale pericolo d’inquinamento per le falde freatiche che scorrono a pochi metri di profondità rispetto al piano di campagna.

Qualche volta, nei racconti da Bar di periferia cui, alle volte, i necrofori s’abbandonano dopo una lunga e massacrante giornata di lavoro si rilevano particolari agghiaccianti di resti mortali che emergono dalla terra già composti e relativamente puliti perché “imprigionati” in collant o biancheria intima di fibra sintetica.

Invece di ricorrere a questi improbabili espedienti e macabre speranze da film horror ci sarebbero due soluzioni facilmente praticabili e dai costi contenuti, l’una è stata messa a punto nei paesi anglosassoni, l’altra, invece, è frutto del made in Italy funerario.

Negli Stati Uniti molte legislazioni locali di polizia mortuaria impongono l’adozione, per le inumazioni, di un contenitore rigido che rivesta i lati interni della fossa, così da evitare, nel tempo, lo sprofondamento della tomba, causato, principalmente, dal peso del terreno e dal cedimento del cofano.

Tali pannelli che sagomano lo scavo sono molto utili nel prevenire l’improvviso smottamento del terreno a bordo fossa.

Questa “scatola” in materiale non immediatamente biodegradabile che avvolge la cassa, tenendola separata dalle zolle di terra per un tempo sufficiente ad attivare i batteri aerobi assolve anche un’importante funzione mineralizzatrice:

La presenza ed il ricircolo di composti aeriformi, infatti, accelera notevolmente i processi ossidativi.

Emilia Romagna (Art. 2 comma 5 Reg. Reg. 23 maggio 2006 n. 4) e Lombardia (Art. 15 comma 3 Reg. Reg. 9 novembre 2004 n. 6 così come modificato dal Reg. Reg. 6 febbraio 2007 n.1) hanno introdotto l’uso di queste “sbadacchiature” nella propria legislazione con norme di diritto positivo.

L’altro accorgimento di cui vorremmo parlarvi è una rete con cui imbracare il feretro quando viene calato nella buca.

Le sue maglie di materiale plastico resistono ben oltre i 10 anni previsti come periodo di sepoltura legale, quindi, anche quando le assi della cassa si siano quasi completamente distrutte, all’atto dell’esumazione il resto mortale (semplice ossame oppure corpo indecomposto) si troverà ancora ben “fasciato” dalla rete, ed il suo recupero sarà, così, molto più semplice, senza correr il rischio di dimenticare qualche frammento osseo nel fondo della fossa, come, invece, avviene assai frequentemente nei nostri cimiteri.

In merito, poi alla re-inumazione degli inconsunti ex Art. 86 comma 2 DPR 285/1990 e Paragrafi 2 e 3 Circ. Min. 31 luglio 1998 n. 10 sono di rigore alcune osservazioni, tra l’altro confermate dalla Risoluzione del Ministero della Salute n. DGPREV-IV/6885/P/I.4.c.d.3 del 23.03.2004.

Einbau4 La normativa (Art. 74 DPR 285/1990) quando tratta della inumazione fa riferimento solo al cadavere e non ai resti mortali (definiti dall’Art. 3 comma 1 lettera b) DPR 15 luglio 2003 n. 254), precisando inoltre con l’Art. 75 come e non sia consentito l’uso di casse di metallo o di altro materiale non biodegradabile. Come extrema ratio, poi, l’Art. 75 comma 2 DPR 285/1990 in situazioni del tutto particolari quando il trasporto funebre sia subordinato al confezionamento del feretro con duplice cassa lignea e di lamiera ammette la manomissione della bara, così da neutralizzare l’ermeticità del nastro metallico attraverso l’apertura di opportuni squarci sul coperchio.

Pertanto, per la ri-sepoltura di resti mortali, per i quali nessun parente ha preventivamente fatto richiesta di raccolta in sepoltura privata, è legittimo procedere diversamente dal dettato del citato Art. 74.

Risulta, comunque, necessario adottare sistemi di ordine pratico al fine di:

1) rendere possibile, in futuro, l’identificazione e la raccolta dei resti mortali (Art. 36 commi 2 e 3 DPR 285/1990, paragrafo 2 Circ. Min. 31 luglio 1998 n. 10 e Risoluzione del Ministero della Salute n. DGPREV-IV/6885/P/I.4.c.d.3 del 23.03.2004)

2) garantire che il trasporto degli stessi da una sepoltura all’altra avvenga nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie.

A tal riguardo, quindi, potrebbero essere utilizzati – abbinati con reti contenitive di fibra resistente, per facilitare la raccolta delle ossa dopo il prescritto periodo di reinumazione – dei sacchi biodegradabili o, anche, semplici casse di legno, cellulosa, cartone, con finalità esclusivamente contenitiva e pertanto non legate alle indicazioni costruttive del Regolamento di Polizia Mortuaria. Se si ricorre però, a dispositivi impermeabili per il trattenimento di eventuali percolazioni, occorrerà favorire l’ossigenazione, provocando soluzione di continuità sulla superficie dell’involucro a tenuta stagna.

Written by:

Carlo Ballotta

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One thought on “Reti contenitive per feretri da inumazione

  1. Da alcuni anni ho fatto sperimentare nella mia struttura l’uso di reti per imbracare feretri destinati alla inumazione, proprio con l’obiettivo di ridurre le criticità delle esumazioni – l’unica esumazione straordinaria, dopo 18 mesi di inumazione ha rivelato la inconsistenza della rete, che di fatto si è lacerata sotto l’orlo che guida la corda – mi ero fatta mandare una scheda tecnica che garantiva la resistenza a 250 kg – forse sono troppo pochi – la rete che vedo in foto è a mio avviso molto più affidabile della tipologia che gli stessi C.. e M… commercializzano ora – ho dato disposizione di non prevedere più l’imbracatura – ma voi, avete testimonianza di esumazioni con rete? – grazie, se possibile vorrei conoscere altre esperienze –

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