Quattro novembre: i nostri caduti

Ogni anno, nella ricorrenza del 4 novembre – vittoria nella Prima Guerra Mondiale, i TG ci mostrano la cerimonia di omaggio delle autorità civili, militari e religiose al Sacrario di Redipuglia (a circa 20 km da Aquileia). E, anche nella memoria comune, questo è il Cimitero dei soldati.
Inaugurato nel 1938, ospita le salme di oltre 100.000 caduti della Prima Guerra Mondiale provenienti dal prospiciente Cimitero degli invitti, nel Colle S. Elia, e da molti altri cimiteri di guerra della zona. Il progetto si deve all’architetto Giovanni Greppi ed allo scultore Giannino Castiglioni, lo stesso artista che, nel 1935, realizzò la famosa Edicola Campari (Ultima Cena) al cimitero Monumentale di Milano.
Imponente la tomba del Duca d’Aosta, Comandante della III Armata, che, con espressa volontà testamentaria, chiese di essere sepolto a Redipuglia, con le oltre 60.300 salme dei Caduti ignoti.
Alle spalle si elevano i 22 gradoni (alti 2,5 metri e larghi 12), che custodiscono le spoglie dei 39.857 soldati identificati. Ogni loculo è sormontato dalla scritta “Presente” e raggiungibile grazie alle scalinate laterali che conducono in cima.
Al centro del piazzale, la tomba del Duca d’Aosta, la cui salma è stata collocata nella cripta, chiusa da una cancellata metallica. In secondo piano sono allineati i cinque monoliti di granito contenenti le urne di sei Generali.
Il corpo più imponente del Sacrario è costituito essenzialmente da una monumentale scalea, composta da 22 gradoni, contenenti le salme dei 40.000 caduti noti, disposte – in ordine alfabetico – in loculi rivestiti da lastre di bronzo. Ogni gradone è coronato da un architrave, con le scritte in rilievo “Presente”. Alla sommità sono stati realizzati due grandi tombe comuni per le 60.000 salme dei Caduti ignoti.
Ma pochi sanno che, nella terra goriziana, esiste un altro monumento che ospita 7.014 caduti.
Il Sacrario militare di Caporetto (oggi Kobarid) è l’unico che non si trova sul suolo italiano (da cui dista circa 10 km), anche se la sua gestione è affidata allo Stato italiano, poiché tutti gli altri resti dei soldati italiani, caduti in terra slovena, furono traslati agli ossari di Redipuglia ed Oslavia.
Fu realizzato nel 1938, anch’esso su progetto dello scultore Giannino Castiglioni e dell’architetto Giovanni Greppi, a nord dell’abitato di Caporetto, prelevando le spoglie dei soldati italiani dai cimiteri militari della zona, tra cui quello di Plezzo.
Tra le 7014 salme ve ne sono 1.748 ignote, che sono raccolte in sei tombe, poste ai lati delle scalinate centrali.

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