Quando le formiche si incazzano

ImageAbbiamo riflettuto parecchio se pubblicare o meno, nel giorno in cui il Presidente della Repubblica fa le consultazioni per un Governo di tecnici e il giorno dopo che il Leader del partito dell’amore ha rassegnato le dimissioni dopo anni in cui ha predicato le mirabilie del mercato, quanto un autorevole sito (www.lavoripubblici.it) ha diffuso oggi, cioé uno spaccato della situazione di precarietà di giovani e meno giovani ingegneri e tecnici in generale.

Alla fine abbiamo optato per la pubblicazione, non per accomunarci al solo grido di disperazione che vi si coglie, ma per cercare di contribuire ad un minimo di giustizia in più, a non considerare che la precarietà sia solo un appannaggio di questa o quella categoria, pensando che sia necessario un Governo dei Giusti che ridia la speranza agli italiani. Confidiamo che il sito di pubblicazione comprenda lo spirito per il quale rilanciamo il contenuto di tutti questi scritti:

… desideriamo proporre una nota pubblicata da un nostro lettore che si firma “Ingegnere Indignato” e che rappresenta in pieno la situazione del professionista italiano.

“Lavoravo a temp. ind. per un grosso studio con filiali estere (930 Euro netti!) : si è cominciato a costringere i dipendenti a diventare P.Iva. Per paura e bisogno hanno “accettato” tutti. Quando si è arrivati a me (ormai noto accanito oppositore di questa politica), eravamo già sotto i 15 dipendenti. Mi è arrivata direttamente la lettera di licenziamento. Fare causa? Qui in Italia? Spese sicure, tempi incerti e legislazione contraria. Ma lo studio ora ha decine e decine di professionisti schiavi (senza ferie, malattie, orari, diritti, eternamente precari e ricattabili e sottopagati) che in questo paese si chiamano consulenti. Aperta la P.iva, dopo essermi nauseato per le schifezze della P.A. (non ho “amici” e non tollero le viscide richieste di mazzette da parte di “intermediari” delle municipalizzate) ma anche di molti privati vogliono solo un copia-incolla a basso costo per un F.V. giusto per avere l’incentivo, ho lavorato in uno dei mille subappalti per il Ponte. Dal general contractor fin giù al cantiere il fiume di soldi si perde in mille rivoli. Chi è sul campo vede solo le gocce. Anche qui, o ti adegui allo sfruttamento o ce ne sono altri mille pronti al posto tuo. Cerco di far rispettare le specifiche e le norme di sicurezza, insomma di essere professionale e corretto, mi si accusa di rallentare la produttività. Non si vogliono spendere soldi per il minimo di attrezzature adeguate e d.p.i.; si deve andare al risparmio spinto ma bisogna rispettare il crono-programma perché Eurolink, Stretto di M. e Parsons stanno col fiato sul collo. Mi adeguo : devo chiudere più di un occhio su molte cose, troppe cose e che Dio ci protegga. POS e PSC & C. servono solo per i controlli istituzionali, a portata di mano come pezzi di carta di appoggio. Gli operai non aspettavano altro. Libertinaggio quasi totale con la scusa della produttività, peraltro quasi mai raggiunta vista l’inadeguatezza tecnologica dei mezzi (e dei lavoratori). La qualità dei risultati ve la lascio immaginare, ma bisogna riempire le tabelle dei report comunque con numeri plausibili o partono penali. Dalla qualità di questo “prodotto” dipendono le scelte future dell’opera (!). Quando arrivano i controlli sul campo e giustamente vengono rilevate varie irregolarità, secondo voi a chi danno la colpa? E chi è che fa queste magre figure di m….. in mezzo alla strada dopo tanti anni di studi e sacrifici? Lo scarica barile arriva su di me, responsabile ma senza poteri, capro espiatorio se le cose vanno male. Io, che non posso neanche obbligare a mettere il casco perché tanto gli operai ascoltano solo le “minacce” di chi li paga. Io posso essere sostituito in qualunque momento, mentre gli operai sono specializzati ed hanno il coltello dalla parte del manico. La loro busta paga arriva regolare ogni mese e vengo pure preso in giro perché ancora dopo mesi non ho visto una lira. “Ingegnere” è diventato uno scherno, anche in pubblico. Dopo aver assistito ad un gravissimo incidente fortunatamente senza gravi conseguenze, la misura è colma. Al diavolo il curriculum, l’esperienza, ecc., voglio rimanere vivo e magari non menomato o ridotto ad un vegetale. Assicurazione? Argomento tabù, non si sa a carico di chi, sono un “consulente”. La legge stabilisce come stanno le cose, ma anche volendo io tutelarmi indipendentemente, come faccio se non mi pagano da mesi? E poi a che se serve, quale assicurazione ti paga se non lavori in sicurezza? Com’è finita: mai preso un euro dopo mesi e mesi di lavoro, spese per fare causa, tempo perso fra avvocati e commercialista, tasse&contributi da pagare comunque su un reddito dichiarato ma non percepito, benzina e pranzi che ho pagato io, Inarcassa, Equitalia, un anno di età in più sul C.V., nervosismo, depressione, rabbia e disperazione. Per il semplice fatto di aver aperto la P.Iva e cercato lavoro, mi trovo sommerso di debiti e il fegato trasudante di bile. Quindi, per non impazzire, mi sono tirato fuori ; rientro in tutte le statistiche che leggete sui giornali: nel 29% di disocc. giovanile al Sud, nei milioni che non studiano e non lavorano, in quelli che dopo i trenta vivono ancora con i genitori, in quelli che non si sposano, che non fanno figli, che non vanno in vacanza, che chiedono un mutuo e non glielo danno. Come provi a muoverti, ti arrivano solo tasse, spese, bollettini, adempimenti, certificati. E’ sbagliato, lo so. Non si può ragionare così, lo so. Ma da ingegnere ci si deve porre sempre nelle peggiori condizioni per progettare, forse anche la propria vita. In questo momento ed in questo paese, le condizioni sono queste : se vuoi essere onesto, corretto, scrupoloso, responsabile, ligio ai doveri ed alla propria coscienza, non puoi fare questo lavoro da libero professionista. Oppure fai il nero, usi programmi pirata, copia-incolla di progetti e D.V.R., prezzi da fame, giochi con la sicurezza delle persone e delle cose e calpesti la tua dignità ogni giorno. Non c’è indennità di disoccupazione, non c’è malattia, maternità, cure parentali, non c’è nessuna tutela dei crediti e dei diritti. Solo doveri, infinite responsabilità, adempimenti e certificazioni e obblighi. E pagare, pagare sempre. Pagare per formarti, per iscriverti, per cancellarti, per sospendere, per riprendere, per certificare, per assicurare il lavoro, la vita, il reddito. Su un anno, fino a giugno inoltrato lavori per lo stato. Oltre la metà del tempo. E con il resto ci dovresti vivere senza la sicurezza di una tariffa professionale? Con lo stato che ti paga quando vuole lui, dopo averti chiesto il ribasso, e che quando vuole i soldi ti da scadenze strettissime e che non gli frega niente se ti hanno pagato o meno? Io non ci sto. Aspetto a mie spese che passi la nottata. Almeno ci guadagno in salute. L’europa ci dissanguerà, con gli interessi dello spread già ci siamo mangiati le recenti manovre. Le equazioni di stato di universitaria memoria pare che non funzionino in questo sistema economico. Pur essendo il pianeta Terra un sistema chiuso ci continuano a dire che dobbiamo crescere all’infinito. Siamo in pieno asintoto secondo me. Dobbiamo lavorare sempre e sempre di più per ottenere un piccolo, sempre più piccolo risultato. Chiudo qui. Scusate lo sfogo, mi sono dilungato ed ho divagato. Il fatto è che sono inferocito. Probabilmente parlano per me le emozioni di cui sono preda mentre vedo le terribili immagini dell’alluvione in Liguria. E mentre penso che ancora nel 2011 in Italia per la pioggia c’è troppa, troppa gente che muore, mi martellano nella testa le parole di quei ministri che continuano a dire fermi come muli che opere come il ponte o peggio la Tav, siano di “interesse strategico nazionale”. Delle frane e delle alluvioni ormai ricorrenti, dell’erosione delle coste, del dissesto idrogeologico, delle criticità sismiche e dei morti continua, strategicamente e nazionalmente, a non interessare niente a nessuno di loro.”

Delle varie risposte dei fan Facebook, ne segnaliamo qualcuna.

Alessandro : Anche io ho lavorato in uno studio tecnico per 11 anni, di cui il primo, ho lavorato gratis. Contratto a tempo indeterminato. Busta paga rimasta bloccata per tutti quegli anni, a 1.100 euro. Dopo i primi 4 anni, il Kapo mi costrinse alle dimissioni per poi riassumermi dopo 15 giorni, in modo da azzerare, scatti di anzianità e quant’altro. (Il Kapo è un ingegnere dirigente del partito comunista e poi diessino a Manfredonia. Lui ha iniziato la carriera come professore delle superiori, andando a firmare la presenza a scuola per poi andare subito dopo, in Comune o sui cantieri, a svolgere la libera professione. Per nn avere seccature, promuoveva tutti gli alunni. A 40 anni ovviamente và in pensione. . . quella che gli stiamo versando noi ). I lavori più importanti sono arrivati dal partito….uno di certo da un’ Onorevole. Mi consegnava ogni mese, l’assegno dello stipendio; lo dovevo riscuotere e poi dovevo restituirgli 400 euro in mano. In pratica mi pagava 700 euro al mese. In studio c’era un solo collega; entrambi abbiamo lavorato sui cantieri piu importanti della provincia. L’ing ora è plurimilionario.Tre anni fà, la figlia del Kapo si è laureata in ingegneria ed è entrata nello studio. Lo stesso anno, sono stato licenziato…..nonostante l’animale sapesse che sono padre di una bimba piccola la cui mamma non lavora. ……ho 43 anni.

Valeria: Condivido in pieno lo sfogo……la situazione è veramente brutta….le responsabilità sono tante….tutele nessuna….sacrifici non commisurati al guadagno….paghe misere……ma chi ce lo fa fare????Me lo chiedo sempre più spesso……e noi saremmo la casta dei privilegiati da demolire????Ma complimenti……complimenti veramente….

Bettina: confermo tutto in pieno….mi sono licenziata da uno studio in preda allo schifo e ora insegno….addio architettura! Giuli: è tutto così vero che mi fa rabbia. Mi sembra di leggere una pagina del mio diario….e la cosa è deprimente…..perchè vuol dire che quello che ho sempre pensato è la realtà: ci hanno consegnato un mondo dove chi vuole solo essere PROFESSIONALE non trova posto….e non solo…..viene deriso per questo. Purtroppo io,in sintonia con mio marito e collega , nella mia ingenuità, non ho optato nemmeno per l’insegnamento perchè pensavo che avrei mal praticato sia l’una che l’altra professione. CHE STUPIDI!!! Lasciamo come sempre a voi ogni commento.

Franco – 13/11/2011 Non è giusto! Mi sento preso in giro, tradito dall’Università, dai colleghi che già lavoravano, e perchè no dallo Stato, che dovevano istruimi nella vita che andavo veramente a vivere e tutelarmi per una vita dignitosa. Un Bersani (filosofo !!!!) che si è permesso di stabilire quanto io avrei dovuto guadagnare, un perfetto imbecille che non conosce minimamente l’ultima delle prestazioni professionali. Il tempo di crisi del settore lo abbiamo creato noi,…..svendendo la professione e permettendo ad emeriti imbecilli i progettoni tipo TAV, Ponte ed il nucleare, ect…. Ma io non mi arrendo, il lavoro comunque prodotto ha un prezzo e se non è equo denunciamo …i datori di lavoro.Non siamo fessi ( per me fesso è l’ignaro che “non capisce” e si sta calmo e buono) ribelliamoci a questa assurda burocrazia, leggi di c. per far perdere solo tempo. Scusatemi se ripenso a Bersani, mi viene da ridere, un filosofo che determina quanto deve guadagnare un ingegnere, un architetto un tecnico!!!! E’ un impostore. No, No per me è guerra !!! non mi arrenderò mai !!!!. punteggiato

Peppino – 13/11/2011 Mi piace l’idea di un centro di ascolto e raccolta dati all’interno di un ordine se guidato da libero professionista, indipendente, libero da condizionamenti e “scientificamente tecnico”.- Ricordiamoci che tangentopoli aveva spazzato veri politici con “vizietto” e i soggetti che erano in terza fila (in quanto non potevano andare oltre per chiara incapacità) si sono trovanti davanti e quindi il furbo Berlusconi gli si è messo a capo, mentre a sinistra con identico meccanismo si sono avvicendati le COSE INUTILI CHE TUTTI ABBIAMO SUBITO (Ultimo Bersani). ASSENZA DELLA POLITICA E MANCANZA DI CULTURA DIETRO ci hanno guidato per 17 anni! Con riferimento al grande Eduardo “adda passà ‘a nuttata”, la nottata è passata si profilano nuovi scenari e non dobbiamo essere assenti. E’ giunto il grande momento di coordinarsi e contrapporre alla cultura della tangente e della corruzione, quella della legalità e della competitività. Pertanto, può andare bene qualsiasi LEGGE, purchè venga depurata di ogni possibilità di accordi sottobanco e corruzione, come invece ci tocca leggere tutti i giorni in qualsiasi provvedimento preso dall’intera compagine politica che da dopo tangentopoli ha funestato il paesee con norme che chiaramente hanno rispecchiato la recondita aspettativa di questi signori di fregare impunemente i soldi dello stato e quelli nostri. D’ALTRA PARTE SE DEFINIAMO I POSSIBILI MECCANISMI DI CORRUZIONE E LI DENUNCIAMO PUBBLICAMENTE, UN GOVERNO DI RILANCIO PUO’ IGNORARE LA DENUNCIA?

Francesco – 12/11/2011 Finalmente dopo tanti anni ritropo “Giovanni Margiotta” sens’altro al di sopra di qualsiasi sospetto. INGEGNERE con TE la rinvincita può partire. Abbiamo bisogno di una vera guida che se parte proprio dagli ordini ultimamente sonoramente insultati come facenti parte e promotori di un sistema malato può diventare autorevole e sopratutto essere sentita. Scusami il modo diretto, non etica come porgere l’altra guancia, ma etica come promozione dello sviluppo. Non siamo una forza passiva, non mi sento un parassita della società e non lo siamo stati. Ti chiedo di aprire un sistema di ascolto proprio attraverso l’ordine. N.B.: non sono palermitano, ma tu sei la persona giusta per ripartire!

Giovanni Margiotta – 12/11/2011 Uso questo mezzo per contattare il collega “Ingegnere indignato”. Caro collega, ho letto con attenzione, grande interesse e profondo disagio il Tuo “sfogo”, che purtroppo altro non è che la fotografia lucida del mercato del lavoro delle professioni, tecniche e non solo. Anche se non sono più giovane da tempo, conosco bene il genere. Ho sperimentato direttamente che quando Ti “ostini” a chiedere il rispetto delle regole, che ritieni minimali come Professionista ( che riguardino la sicurezza sul posto di lavoro o il rispetto di norme regolamentari elementari, la contabilità o altro), vieni subito accusato di ostacolare le “normali” attività di cantiere o l’iter amministrativo delle pratiche. Ti poni fuori dal sistema o peggio contro il sistema e devo convenire conTe che resistere e rimanere fermi nelle proprie posizioni non è facile, in specie per un giovane per quanto preparato e determinato. Infatti la esautorazione o peggio il licenziamento può essere sempre in agguato. Ormai da molti anni i professionisti vengono onerati di nuovi compiti di controllo senza, di fatto, avere alcun potere reale. Siano essi professionisti dipendenti pubblici, privati o “liberi”; per non dire che, come Tu fai correttamente notare con riferimento al mercato privato, non è il soggetto responsabile a scegliere il ruolo (se “dipendente” o “libero”) ma è, per così dire il “committente” (o meglio il “padrone” di turno). Il cosiddetto “mercato del lavoro” privato, che Tu descrivi perfettamente, completa il quadro. Per fare alcuni esempi: il RUP può spesso essere succube del capo servizio o del sindaco di turno; il coordinatore della sicurezza del committente, del direttore tecnico della società che ha assunto “il servizio”o nei casi peggiori, del capo cantiere. In sintesi al professionista la responsabilità ad altri le decisioni e se si ribella, e non ha la necessaria autorevolezza ( leggi “copertura”): o fa “saltare” tutto o “salta”. Quando il professionista sceglie la via del rispetto delle regole ed è giustamente irremovibile può capitare che si trovi solo contro tutti, perché rischia di mettere in crisi “il sistema” (che è malato). Nel ruolo di presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo, che rivesto da appena due settimane, Ti invito a contattarmi, riservatamente, per approfondire il tema, che è di primario interesse della categoria, e concordare possibili iniziative, anche di semplice denuncia della situazione da Te descritta, da parte dell’Ordine, con quel tanto di autorevolezza che il ruolo attribuisce a questa istituzione. L’Ordine deve e vuole essere al fianco dei propri iscritti. A presto, Giovanni Margiotta

Francesco – 12/11/2011 Vi RICORDATE? Quando è uscito il regolamento nella Versione originale di DI PIETRO vi ho scritto che veniva introdotta la TANGENTE come criterio di aggiudicazione degli appalti! Le modifiche successive hanno messo a punto il criterio. ADESSO si liberalizza la professione, cioè si consente alla moglie dell’ASSESSORE, SINDACO, DIRIGENTE, PRESIDENTE DI QUALCHE COSA, DI FARE SOCIETA’ CON UN INGEGNERE PAKISTANO E FOTTERSI LEGALMENTE I SOLDI DELLA PROGETAZIONE, CHE TANTO GLIELA FA L’IMPRESA, A CUI SI PUO’ AGGIUDICARE DIRETTAMENTE IL LAVORO (fino a 1.500.000,00). TROPPO BRUTALE LA MIA CONSIDERAZIONE? PURTROPPO IN QUESTE PAGINE LA MAGGIOR PARTE SONO GIOVANI CON LIMITATE ESPERIENZE CHE NON SANNO DA DOVE PARTIRE PER FARE SALTARE IL NUOVO SISTEMA APPALTI/TANGENTI INVENTATO DALLE DESTRE DI BUNGA-BUNGA E DITO ALZATO, E DALLE SINISTRE DI BERSANI, MA UNA SOLUZIONE C’E’!

Aldo – 12/11/2011 Caro Ugo, permettimi di appellarti così, ma cosa vuoi dire? che fare il libero professionista oggi sia meglio che fare il dipendente? io mi sono fatto un conto : per guadagnare pulito 2000 euro al mese (con tutti i rischi professionali connessi mi sembra una cifra scarsetta) debbo fatturare almeno 80000 euro l’anno (per tener conto delle tasse, CNPAIA, e spese varie) che, considerando i ribassi fatti oggi (dal 70% in su) per accaparrarsi un lavoro, corrisponderebbero a prestazionini per 270000 euro calcolati con la tariffa professionale. Un professionista normale riuscirebbe a fatturare quanto sopra? io di quelli che conosco non ne trovo. Allora? abbassiamo ulteriormente le ali? di questo passo per lavorare dovremo pagare ma allora è meglio chiudere. Ciao

Ugo – 12/11/2011 Non è che uno pensa di essere Dio e che invece magari non lo è………..Certe volte è necessario ” abbassare le ali ” ed accontentarsi per poter poi vedere in seguito? E provare a mettersi in proprio???Non è una provocazione; è una analisi abbastanza realistica della realtà.

Giolod – 12/11/2011 ciao ingegnere indignato, io sono nella tua stesa situazione, sai di chi è la colpa degli stessi nostri colleghi che anche essendo professori, sia universitari che delle superiori continuano ad arraffare lavori pubblici e privati è colpa di questo stato che meriterebbe che tutti i professonisti essendo a loro dire evasori non pagassero più le tasse. le partite iva possono rappresentare la vitalità di questa nazione, ma se continuano questa politica piano piano chiuderanno tuute e cosi si lavorerà in nero in modo selvaggio. eliminare i minimi tariffari non farà aumentare la concorrenza ma sicuramente aumenterà i progetti scadenti. spero in un giorno che al risveglio potremo dire è veramente un buon giorno, ma questo succederà se berlusconi va a casa ma ci và anche bersani, di pietro, d’alema, e cosi via gente che fino ad ora ha solo approfittato di questa nazione senza mai governarla anche perchè non sanno farlo.

Aldo – 11/11/2011 Caro “ingegnere indignato”, mi spiace di quello che hai scritto perchè da conferma delle mie previsioni, ma purtroppo siamo “ingegneri” = “ricchi” = privilegiati”= “ladri”ed”evasori” : questa è l’opinione che hanno dato di noi i politici in generale per giustificare le loro manovre a favore delle Società a loro collegate. Si trincerano dietro alla necessità di aprire le professioni ai giovani (che significa poi!) per poterli poi assumere nelle loro Società e COOP a quattro euro e sfruttarli, avendo necessità di lavorare : caro giovane potrai comprare pane e mortadella e sopravvivere e se hai capacità di risparmio comprare una bottiglia di acqua minerale! ma se vuoi una bicicletta fai un mutuo e la casa sognala. Oppure lascia perdere lo studio e cerca lavoro : avrai meno responsabilità e forse guadagnerai di più ma certamente non meno. Una volta si studiava per migliorare la propria condizione economica oggi per fare lo schiavo laureato: l’importante è produrre ricchezza ai pochi che stanno nei consigli di amministrazione delle sopra citate ed ai loro eredi per i quali non varrà la dolce liberalizzazione. Grazie Destra, Grazie Sinistra (!), Grazie Centro : sono tutti uguali a fare i c…… proprio come con le Assicurazioni, le Banche, i Supermercati, i Gruppi Petroliferi, ecc., veri esempi di liberalizzazione. Mi spiace che i giovani non si siano accorti che li stavano manipolando e fregando bene bene e mi spiace che nessuno dei professionisti, giovani o anziani, abbiano mai lottato e protestato fidando che tutto quello che ci stavano preparando si sarebbe risolto in una bolla di sapone. Mi spiace che la figura del professionista sia morta e con essa la nostra dignità. Un Ingegnere non indignato ma incazzato. Ciao a tutti

Carmelo 2 – 11/11/2011 I vari Ordini professionali a livello nazionale … a livello provinciale …

ThePtrof – 11/11/2011 fin quando non si scenderà in piazza non come la grecia che sono più poveri, ma la merda è ancora a potere, ma come la libia dove si piazza pulita di questo marcio, di questi casi, di cui sopra, ne leggeremo a migliaia… a proposito con “il ddl licenziamento facile” le imprese avranno solo l’amministrato e 0 dipendenti, w le partite iva!!!!! e già immagino i pezzi di merda appartenenti al potere che diranno che sono aumentate le imprese, certo sono aumentati dietro ricatti… e poi si lamentano dei black bloc che sfasciano tutto??? l’unica cosa negativa dei black bloc è che numericamente sono pochi… se fossero decine di migliaia è probabile che le cose cambierebbero… ma mai dire mai…

Carmelo – 11/11/2011 P.S. Non avevo letto il commento di Antonio. Non sono i professori che insegnano il problema,se venisse loro impedito di svolgere libera professione ciò non porterebbe più lavoro a chi già non lo ha,ma sempre ai soliti noti. In quanto ad arrotondare,a tempo perso..,hai un’idea preconcetta e riduttiva,sbagliata. Ho appena segnalato al mio Ordine un certificato di conformità impianto elettrico fatto da un tecnico “normale”,come dici,con sezioni di linea a monte inferiori alle derivate,linee lunghe un metro e potenze assorbite nulle:eppure prende incarichi pubblici da una vita. Esiste un’antenna satellitare a parabolide della Alenia spazio che sta su da vent’anni con i miei calcoli fatti col Sap80,ma a firma di un collega “normale” che non sapeva nulla di calcoli dinamici. Nessuno sa che sta in piedi grazie a me,non ho firmato io i calcoli,li ho solo fatti. Di lavoro fatto per conto terzi (non preparati a cose un pò difficili) ne ho a decine. Rinuncerei volentieri al mio posto di ruolo,non posso,il mercato non sceglie i più bravi o competenti nel settore,penso che sia chiaro.

Massimo – 11/11/2011 Sono solo un geometra di 56 anni ho quasi 2 anni di cassa da pagare di arretrato……………..ho anche dei crediti ma con quelli finchè non si incassa non si mangia. La mia clientela sono i privati e piccole industrie……..Siamo alla frutta, ed è pure quasi marcia.

Carmelo – 11/11/2011 Condivido in pieno lo sfogo,punto per punto.Io non sono così giovane,sono laureato dall’83. Allora,controvoglia,in attesa del servizio militare, partecipai ad un corcorso per insegnare “costruzioni” ai geometri e lo vinsi. Stavo per rifiutare il posto di ruolo comunicatomi sotto naja,avevo offerte per andare all’estero con una multinazionale. Probabilmente avrei avuto gli stessi problemi con la multinazionale,in cantiere,delle norme se ne fregano anche i committenti privati, come sperimento tutti i giorni.Devi essere ladro,permettere all’impresa (che ti vanterà come il miglior tecnico del mondo) che i calcoli sono carta,che possiamo mettere delle armature ad occhio,tanto l’edificio sta su lo stesso. Quando,ingenuo neo-laureato,contattavo un politico che non conoscevo senza alcuna presentazione (chissà le risate che si sarà fatto) lamentandomi che non mi sembrava corretto affidare (allora lo facevano alla luce del sole) la progettazione di un ospedale ad un ingegnere chimico ed ad un minerario,mi rispondeva che ciò era dovuto “ad opportunità politiche”. Ho assistito a collaudi di scuole fatte da un architetto in cui manca il giunto sismico di progetto: il collaudo è stato fatto lo stesso,lo avrebbero messo in croce. Io ne feci uno parziale, anni fa,in cui non collaudai il 25% dell’importo,finito in chissà quali tasche:non mi hanno sparato ma non ne ho più avuti. Un “professionista” avrebbe agito diversamente,avrebbe chiesto a sua volta una mazzetta per chiudere un occhio. Sto inseguendo con l’avvocato alcuni clienti morosi,non pagano per principio,sanno che passeranno anni e sperano in un CTU compiacente,capita. Io non accetto più incarichi se non vedo quattrini in anticipo,non partecipo a gare di progettazione con ribassi del 50/70%,ecc. Ho molto rivalutato il mio posto di ruolo ai licei,è indispensabile per resistere ai ricatti,pubblici e privati.

Giulia – 11/11/2011 buonasera…sono un ”architetto disperata e schifata,incazzata,demoralizzata”,potri continuare per ore…oggi mi trovate con il morale 3000mt sotto terra,reduce dall’ennesima estenuante delusione di lavoro…mentre i debiti crescono e aumenta la mia insicurezza e depressione…ho deciso che mollerò…comincio anche ad avere dei seri dubbi sulle mie capacità…

Antonio Incazzato – 11/11/2011 Perchè non organizziamo un bello sciopero come fanno tutte le categorie di lavoratori. Come mai ai responsabili degli uffici tecnici non è stato eliminato il 2% di compenso sugli incarichi pubblici .. ah già quelli sosno statali e quindi quasi sempre figli di incarichi (a vita !!!!) politici (gli stessi che ci hanno tolto i minimi tariffari). E vogliamo parlare di quelli che hanno incarichi a convenzione con i Comuni e che quindi poi fanno concorrenza sleale , i professori degli Istituti secondari che a tempo perso (per arrotondare) fanno libera professione……… Scusate qualche errore ma sono così incazzato che non riesco neppure a lavorare

Raffaello – 11/11/2011 che dire hai il mio appoggio morale….. Per noi professionisti si sono chiuse tutte le prospettive , la burocratizzazione ci stà annullando, al potere non si susseguno mai persone competenti o si evita di fargli occupare scanni decisionali. Il Genio Civile dove per 30 anni si sono depositate carte carte senza senso , ora ci blocca anche l’ escuzione di un pollaio . Abbiamo distrutto quello che ci resta dell’ italia .

Cinzia D’Arcangelo – 11/11/2011 Buon giorno, io sono architetto e vivo le stesse identiche situazioni. Ho dedicato la prima parte della mia vita alla preparazione ed oggi lavoro con tanta passione e tanti sacrifici economici e morali. Spesso mi tocca anticipare le spese perchè chiedere gli anticipi è segno di elemosina, poi aspetto pazientemente che il cliente si decida a saldare il compenso. Non mi lamento, sapendo che è una situazione comune, solo che ogni tanto mi sento demotivata: chi me lo fa fare??? La cosa che mi intristisce di più è la scarsa considerazione della responsabilità che ci assumiamo e l’ignoranza su che cosa serve il nostro lavoro: a volte sembra che il cliente ci faccia lavorare tanto per accontettarci e non perchè i nostri documenti gli sono indispensabili. Come se uno andasse dal dottore tanto per accontentarlo e non perchè ha bisogno del suo consulto. Penso di avere un titolo di tutto rispetto e a 45 anni sono decisa a farmi rispettare. Oggi seleziono la mia clientela perchè se devo lavorare gratis preferisco dedicarmi ad altro. Non parlo così perchè navigo nell’oro: mio marito è operaio a tempo detrminato a 1000 euro al mese, abbiamo una figlia che frequenta il liceo, ed abbiamo casa e macchina da pagare, insomma siamo una normale famiglia che lavora per campare ma questo no significa che debba regalare il mio lavoro. Propongo l’anno sabaudico: per un pò i bravi professionisti si astengano dal lavorare e lascino il campo agli ignoranti, è l’unico modo per far capire quanto vale il nostro lavoro. architetto Cinzia D’arcangelo

Antonio Massimo – 11/11/2011 “………chi si fà pecora il lupo se lo mangia”……………!!!!!!!! Mi dispiace, forse sarò cinico, ma è inutile stare a lamentarsi e poi sottostare ai ricatti in attesa che ci sia qualcuno che ti lasci le briciole. Non bisogna essere indignati ma incazzati e smetterla con il più banale dei piagnistei: “tanto se non lo faccio lo fà un altro……”. Non basta essere ingegneri bisogna anche essere uomini. Ribellatevi e non aspettate che Dio mandi la manna dal cielo!!!!!!

Vito – 11/11/2011 Ingegnere indignato…non c’è altro da aggiungere. Hai già detto tutto tu. Prima di essere un grande ingegnere sei un grande uomo… Complimenti ! Viviamo tempi bui… Quando sentirò gente strapagata come Catricalà (ah… l’ autorithy !!!)… che percepisce uno stipendio da paura per asserire in pubblico che “occorre” abolire gli Ordini e le tariffe minime come rimedio per l’ Italia, allora penserò alle tue parole… e ai tanti eroi silenziosi che cercano di fare impresa ogni giorno….di creare lavoro vero…nonostante i tanti incapaci che ci governano !

Marco – 09/11/2011 Anche io sono un “ingegnere indignato” e peggio ancora sono un “ingegnere elettronico”. Vi ricordate quando si raccontava su tutti i media che l’Italia aveva FAME di ingegneri elettronici, che non se ne laureavano abbastanza? In quel periodo stavo ultimando i miei studi. C’era da immaginarsele quelle aziende, pronte con il tappeto, in famelica e frustrante attesa che qualche ingegnere lavorasse per loro. Anni di studio, soldi e sacrifici miei e dei miei genitori. Ho stretto i denti, in attesa della GRANDE RICOMPENSA morale e materiale di una professione appagante e ben remunerata. Avrei avuto solo l’imbarazzo della scelta: ENEL, ITALTEL, TELECOM, IRI-STET, POSTE, BANCHE, TEXAS INSTRUMENTS, 3M e via così. Mi aspettavano tutti. Ma appena laureato, stranamente, tutte quelle aziende, nazionali e multinazionali, non solo non mi chiamavano ma neanche rispondevano alle mie richieste di assunzione. Sottoscrivo tutto quello che ha detto il collega indignato. Ora sono disoccupato, licenziato per crisi aziendale, in attesa da TRE anni di stipendi e liquidazioni non percepite dai precedenti datori di lavoro ma sulle quali ho pagato le tasse, alle prese con Avvocati e Giudici di Stato che non riescono a farmi avere quanto è nel mio diritto. Sto cercando di avventurarmi nella professione libera da un anno. Finora ho “incassato” solo 900 euro e sborsato di tasca mia il doppio in formazione, burocrazia e anticipi per portare avanti le attività. Almeno non sono solo e questo mi rassicura sul fatto che la colpa di questa situazione non è mia, della mia incapacità, perché arrivi a pensare anche questo. Ah, ogni tanto sui giornali e in TV si sente ancora dire che mancano INGEGNERI, anche se ultimamente va di moda dire che non ci sono artigiani. Ci faccio un pensiero, ma non è che poi cambiate idea?

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