Posizione del Presidente della Provincia di Treviso sulle sepolture di islamici

Pubblichiamo integralmente la lettera del Presidente della Provincia di Treviso (Leonardo Muraro), rinvenibile su Padania online, di precisazione su sue dichairazioni in materia di sepolture di islamici.

“Quando c’è di mezzo un amministratore del Carroccio, ogni occasione è buona, da parte di certi mass media, per sollevare il polverone. E lanciare, per vie traverse o dirette, la solita accusa di razzismo.
Un caso recentissimo è accaduto a Treviso. Protagonista involontario (in seguito a sue dichiarazioni sui cimiteri islamici) della strumentale polemica il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, che ora intende fare chiarezza sulla questione. «Ho parlato nel rispetto degli islamici – dice – Chi mi accusa di razzismo, si informi».
Leonardo Muraro”

“Il rito di sepoltura islamica è complesso il defunto viene prima completamente lavato, poi collocato su tre sudari bianchi di cotone. Il primo telo avvolge il tronco dal basso, il secondo avvolge tutto il corpo partendo da sinistra e concludendo a destra, il terzo avvolge il resto. I musulmani realizzano sepolture semplici, senza bara e direttamente scavando le fosse nel terreno, per poi ricoprirle con un mucchietto di sabbia o sassi. Niente luci, niente lapidi appariscenti, eventualmente un cartello con il nome del defunto. Il cadavere dev’essere posizionato di lato, in modo che il volto e il corpo siano diretti verso la Mecca.
Ci sono alcune regole ben precise che i musulmani devono rispettare: molte fonti del diritto islamico vietano esplicitamente di seppellire musulmani in cimiteri non-musulmani così come vietano di seppellire non-musulmani in cimiteri musulmani. Non mi pare di aver detto nulla di strano, dunque, riguardo il sentirsi offesi dalla coabitazione dei defunti, riguardo la necessità di dividere gli spazi. Un musulmano stesso si sentirebbe offeso dalla non separazione. Una cosa è chiara: i cimiteri per i cittadini islamici devono essere realizzati in aree ben definite esterne e separate dalle nostre, in modo che possano compiere i loro riti. Anche perché io, quando vado in cimitero, mi faccio il segno della croce, recito il rosario e altre preghiere cristiane. Non vorrei mai che qualcuno si offendesse davvero…
Chi mi ha accusato di essere razzista, dunque, è bene che si informi. Ricordo comunque che il cimitero islamico sarebbe ben poco frequentato, visto che vi avrebbero accesso solo gli uomini. Il rispetto dei defunti, di qualsiasi religione essi siano è una base fondante delle nostre radici cristiane. Comunque, esistono alcune problematiche che cozzano contro la legislatura italiana, specie in materia di sanità. Come la volontà di seppellire il cadavere nella nuda terra, senza bara. Sono tutte problematiche da trattare, da verificare. Perché sappiamo bene che nell’Islam esistono mille dottrine e mille interpretazioni diverse. A Bologna c’è un’area dedicata agli islamici che hanno accettato bare in legno semplici, così a Milano e in altre grandi città. Ma da noi cosa succederebbe? Quando parliamo di integrazione, ci vorrebbero risposte concrete. Ma spesso ci troviamo davanti ad un muro. Altro problema l’Islam non permette assolutamente l’esumazione, mentre in Italia questa avviene ogni 20 anni. Come trovare un accordo se non sappiamo neppure bene qual è la vera posizione di chi risiede qui da noi?.”

* Presidente Provincia di Treviso

fonte: www.lapadania.com

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