La redazione del sito bolognese http://lastefani.it, un settimanale on line, ha incentrato l’argomento di una propria inchiesta settimanale sulla cremazione e l’occasione è stata buona per intervistare anche Carmelo Pezzino, il Direttore del mensile Oltre Magazine.
L’intera intervista, ma anche i links al servizio sulla cremazione, si possono reperire qui.
Nell’intervista della redazione, a firma di Francesco Monti, alla domanda specifica “Come giudica la situazione di molti ospedali italiani, in cui le imprese di pompe funebri si avvicinano ai potenziali ‘clienti’ con modalità che rasentano lo sciacallaggio?” la risposta di Carmelo Pezzino è stata “E’ un problema di portata nazionale, che investe relativamente poco Bologna e l’Emilia. Tutto deriva da un vuoto legislativo, per cui c’è una commistione tra servizi funebri e cimiteriali, che porta le imprese pubbliche che gestiscono i cimiteri a fare concorrenza alle ditte private. E chi ha in appalto determinati servizi all’interno dell’ospedale ha ovviamente un accesso privilegiato ai parenti dei defunti, in quel momento emotivamente fragili e più facili da convincere.“
La reazione della SEFIT Federutility, è stata immediata e il Responsabile, Sereno Scolaro, ha diffuso una nota nella quale si legge:
“Lascia perplessi il fatto che troppo spesso si abbiano prese di posizione, anche per i protagonisti, che alimentano atteggiamenti pre-concetti.
E’ il caso dell’intervista (…) del 12 maggio 2008, rilasciata da Carmelo Pezzino, direttore di un mensile del settore funerario, al “La Stefani” (settimanale bolognese di inchieste e servizi, erede, per così dire, della omonima agenzia giornalistica), in cui, in risposta ad una domanda sulla situazione di caccia al morto negli ospedali e strutture sanitarie, si afferma come tale situazione deriverebbe da “una commistione tra servizi funebri e cimiteriali, che porta le imprese pubbliche che gestiscono i cimiteri a fare concorrenza alle ditte private”.
E’ del tutto improprio che le situazioni di malessere di questo settore, che le cronache segnalano sempre più spesso nei servizi mortuari degli ospedali e delle strutture sanitarie, vengono associate a “fasi” (quelle cimiteriali) che si collocano ben oltre la fase di acquisizione del servizio funebre, cioè nel momento conclusivo del funerale e di destinazione finale del feretro.
E’ quanto meno strano il sostenere da parte di persona che da alcuni anni segue professionalmente questo settore che l’attività funebre debba essere, necessariamente, privata; il ché non è, proprio, sostenibile, essendo essa un’attività economica e, quindi, libera.E infine desta stupore l’atteggiamento, tutto “ideologico” (non si diceva che le ideologie fossero morte …), per cui siano le imprese pubbliche a fare concorrenza ai privati. Se solo ci si avvicina alle cronache (ma per chi conosce l’ambiente, non occorre fare riferimento neppure a queste), emerge come quando vi siano fenomeni “anomali” nell’acquisizione dei servizi funebri, questi sono determinati da una concorrenza tra ditte private e altre ditte private, in rapporto con il personale dei servizi mortuari degli ospedali. Non è un caso come, su un foglio di una delle Federazioni di settore (privati) sia recentemente stata oggetto di pubblicazione la doglianza di un associato in relazione al fatto che “colleghi” si erano fatti accompagnare a Tan Expo 2008 da personale di servizi mortuari di strutture sanitarie, segno che i rapporti organici sono ben più consolidati di quanto non si dica o non si voglia dire.
Il vero nodo del malcostume non è individuabile nella “commistione” tra servizi funebri e cimiteriali, quanto tra servizi mortuari degli ospedali e componenti dell’imprenditoria funebre privata. In questo contesto, o si ipotizza che chi parla non conosca l’ambiente, oppure si devono trarre altre conclusioni, diverse dall’esigenza di costruire unità (o, almeno, un po’ di condivisione su aspetti sostanziali, quali la trasparenza nei rapporti con i dolenti) tra le Federazioni di settore, a tutela – prima di tutto – dei
Cittadini-Consumatori.“
Questi i fatti. Si attendono i chiarimenti di Carmelo Pezzino.