Dopo l’ennesimo crollo all’interno del cimitero, i lavori di disboscamento e pulizia effettuati dai vigili del fuoco hanno fatto riapparire la struttura del Fondo Zevola, una zona verde all’interno del cimitero monumentale di Poggioreale adiacente al muro di cinta crollato, dove era stata costruita un’area con 5 mila fosse d’interro, lapidi, attacchi per la luce, percorsi per i visitatori e anche una palazzina dei servizi.
I giardinieri del comune di Napoli, durante le operazioni di pulizia, hanno riportato alla luce centinaia e centinaia di lapidi bianche, nuove di zecca, praticamente un’intera ala cimiteriale dimenticata.
L’assessore del comune di Napoli ai cimiteri Vincenzo Santagada ha commentato che anche per l’Amministrazione è stata una scoperta. Controllando le vecchie delibere si è risaliti a un progetto del 2008, della seconda giunta Iervolino, con un costo di 5 milioni di euro.
Il bando aveva come oggetto la realizzazione del completamento del crematorio comunale e della sistemazione di cinquemila fosse da interro al Fondo Zevola con tempi di realizzazione di 730 giorni per la costruzione di cinquemila fosse di interro.
Anche nel Piano Urbanistico Attuativo (PUA) le lapidi del fondo Zevola erano al centro di un progetto del Parco della Memoria da 90 milioni di euro con la realizzazione di un progetto di ampliamento che prevedeva la costruzione di 3 mila fosse d’interro e il completamento del crematorio, il tutto integrato da una palazzina dei servizi. Di quest’ultima resta ora solo uno scheletro di cemento tra rifiuti ed erba incolta.
Lo stesso fondo è stato poi utilizzato per anni come discarica di materiali di risulta e dei residui delle tumulazioni.
Recentemente è stato convocato un tavolo tecnico per discutere del Pua e del Fondo Zevola, per valutarne una nuova funzione.