Al cimitero di Prima Porta, alla periferia di Roma, vi è una invasione di piccioni, che – tra l’altro – rilasciano escrementi sulle tome, entrano dentro cappelle familiari con porte non chiuse, ecc.. Il getsore del cimitero, l’AMA, spiega che la presenza di una colonia di piccioni nel cimitero viene contrastata dal personale Ama attraverso una particolare sostanza repellente, non nociva per gli animali, che contribuisce ad allontanarli. In particolare una squadra di operatori esegue interventi di nebulizzazione a ciclo continuo di questo speciale prodotto “che, nel tempo, ha sensibilmente diminuito la presenza degli uccelli”. Questi interventi vengono effettuati quotidianamente in modo da garantire, ogni settimana, la copertura integrale di tutta la superficie del Cimitero. Attualmente questo è l’unico rimedio possibile per contenere il fenomeno dal momento che l’utilizzo di dissuasori acustici, precedentemente sperimentato, non ha prodotto effetti significativi”. L’azienda poi invita i cittadini a collaborare chiudendo le porte di accesso agli edifici cimiteriali in modo da evitare l’ingresso dei piccioni.
Ma perché i piccioni colonizzano i cimiteri? Studi di circa 25-30 anni or sono hanno ipotizzato che ciò dipendesse dalla similitudine che i cimiteri hanno con l’habitat preferito dai piccioni (quello desertico) e nelle vicinanze della città l’habitat maggiormente simile è quello, determinato da lapidi, tombe e costruito, cioé i cimiteri. aletre soluzioni sperimentate sono state: la presenza di reti di contenimento per evitare l’accesso negli androni, la collocazioni soprattutto nelle parti monumentali di appositi sistemi puntuti per evitare l’accovacciamento dei piccioni, la presenza di diffusori sonori, la presenza di diffusori elettrici a basso voltaggio, ma pare che due siano le soluzioni che hanno avuto maggior successo:
a) la importazione di volatili antagonisti che intervengono nella limitazione della diffusione dei piccioni (ma poi occorre inserire degli antagonisti degli antagonisti). In sostanza si ricrea artificialmnete il controllo che in natura fanno i predatori (falchi, falchetti, ecc.);
b) l’inserimenti nel mangime reso disponibile di prodotti che limitano la fertilità dei piccioni, controllandone quindi la espansione attraverso il controllo delle nascite.
In materia la Provincia di Como ha inserito nel proprio sito uno schema di ordinanza tipo e diffuso alcuni orientamenti per contenere il fenomeno. Cliccare qui per leggere i contenuti