Perché si è arrivati alla situazione attuale e alcune idee per il cambiamento cimiteriale

Riportiamo una sintesi dell’intervento, dal titolo “Perché si è arrivati alla situazione attuale e alcune idee per il cambiamento cimiteriale” dell’ing. Daniele Fogli, svoltosi a Ferrara il 25 novembre 2022.


In Italia le norme che ancor oggi regolano i cimiteri, vecchie come impostazione di oltre un secolo, vorrebbero che questi funzionassero come una macchina cimiteriale che garantisce il risultato atteso, uguale in tutta Italia: ossa in 10 anni. Sono ancora basate sulla predominanza di sepoltura in campo comune e con qualche tumulazione stagna.
Invece la realtà attuale è profondamente diversa: laddove si sono avute in passato molte tumulazioni stagne si è oggi alle prese col fenomeno di grandi quantità di salme inconsunte: il 2^ funerale.
E in trent’anni la cremazione viene ora scelta per 1/3 dei defunti, ma la media è fallace: il fenomeno ha diviso l’Italia in zone ad alta e bassa incidenza della stessa: al Nord anche oltre il 50%, al Centro sul 30%, al Sud attorno al 15%.
Al Sud, la tumulazione stagna è ancora fortemente richiesta e vi è carenza di costruito. L’inumazione è quasi scomparsa e vista come soluzione di povertà.
I bisogni cimiteriali sono pertanto profondamente diversi tra Nord e Sud, tra grande città e piccolo comune, a maggior ragione se la presenza di un impianto di cremazione nelle vicinanze altera il trend storico.
Negli anni pandemici la contrazione della tumulazione e in misura minore della inumazione è stata pesante: con la parallela crescita della cremazione. Il fenomeno rimane e si sta accentuando con la crisi economica del Paese, che aggiunge l’abbandono della sepoltura tradizionale, a vantaggio della scelta dell’affido dell’urna cineraria (ormai sopra al 20% delle cremazioni e la dispersione ceneri, attorno al 10%).
È sempre più crisi economica, visto che si riducono fortemente le entrate da concessioni cimiteriali con cui si sostentavano la maggior parte delle gestioni cimiteriali italiane. Ed emergono prepotentemente gli errori di sistema: i mancati accantonamenti per le future manutenzioni e gestioni.
Dal punto di vista economico il risultato è una crisi di bilancio senza precedenti delle gestioni cimiteriali che, senza soluzioni legislative adeguate, rischia di produrre l’abbandono di migliaia di cimiteri al loro destino.
Ma è anche crisi architettonica, perché non si riesce a dare una risposta valida alle nuove tipologie di richiesta di sepoltura delle urne cinerarie, basate su una maglia molto più ridotta rispetto a quella usuale del feretro.
Tutti questi sono gli ingredienti perfetti per la crisi di identità per il cimitero tradizionale italiano, che non riesce più ad attrarre la popolazione in visita.
Occorre quindi ripensare profondamente al ruolo del cimitero nelle città di questo secolo.
Per uno strano scherzo del destino è oggi possibile trasformare la crisi cimiteriale italiana in una opportunità urbana.
Partendo dai cimiteri delle grandi città del Nord Italia, dove la rapidissima crescita della cremazione ha reso disponibili importanti aree interne ai cimiteri prima destinate a campo di inumazione, si possono usare proprio queste aree per destinarle ad un nuovo sistema di sepoltura di urne cinerarie (inumativo o tumulativo ipogeo) a forte prevalenza di verde, associato all’utilizzo delle zone di rispetto cimiteriale anch’esse attrezzate come parchi urbani, vere e proprie foreste urbane a diretto contatto con le zone abitative.
Occorre aprire i cimiteri alla vita urbana, rendendoli non solo luoghi di memoria storica della collettività, luoghi di elaborazione del lutto personale, ma anche spazi di vita di una comunità che, anziché respingerli, possa farne parte del proprio tempo di vita.
E, al tempo stesso, la pianificazione urbanistica cimiteriale deve essere accompagnata da una attenta pianificazione economico finanziaria circa la sostenibilità della gestione delle aree cimiteriali e l’introduzione di modalità innovative di sepoltura delle urne cinerarie, contrastando la tendenza all’affidamento familiare di queste ultime: e ciò rende urgente accantonare fondi per la garanzia delle spese future di mantenimento cimiteriale.
È giunto il momento di decidere cosa fare del sistema cimiteriale italiano e il legislatore non può più disinteressarsene come ha fatto fino da ora.

E per chi è interessato a sentire i concetti espressi dalla viva voce dell’oratore e di altri intervenuti al convegno annuale SEFIT10 organizzato quest’anno a Ferrara e svoltosi il 25 novembre 2022, ecco i podcast dell’intervento:
Sono stati riportati gli interventi anche dell’assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna, dr. Mauro Felicori
del Vice Responsabile di SEFIT Utilitalia, Dr. Sereno Scolaro
dell’Amministratore unico di Ferrara TUA spa, Luca Cimarelli
del Direttore di Aspes Pesaro, Dr. Antonio Muggittu
e le Conclusioni del convegno della responsabile SEFIT Utilitalia, Dr.ssa Valeria Leotta
Ascolta “Sviluppi cimiteriali con l'aumento della cremazione” su Spreaker.

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