Nel 2008 il quotidiano la Gazzetta del Mezzogiorno, unitamente ad altri organi di stampa segnalavano la situazione vergognosa in cui versava il cimitero di Trani: “loculi vuoti destinati a deposito di rifiuti di vario genere, loculi occupati ma sgretolati tanto che ad occhio nudo si scorge la bara del defunto, calcinacci pericolanti, pavimento sconnesso ed in alcuni tratti segnato da vuoti profondi, lapidi ed arredi distrutti ma non rimossi, acqua piovana che tracima, frammenti di ossa derivanti dalle esumazioni, nonché l’interrogativo sulle modalità di utilizzo delle fosse comuni e quello ulteriore, a cui alcuni soci-lavoratori della cooperativa non avrebbero saputo fornire risposta, su che fine faccia lo zinco delle bare dei cadaveri estumulati.”
A distanza di qualche mese è stato chiesto il rinvio a giudizio per 10 delle 11 persone coinvolte nell’inchiesta. La richiesta di rinvio a giudizio è stata inoltrata dal Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, Michele Ruggiero, all’ufficio del Gip. I 10 rinviati a giudizio: Il sindaco di Trani Giuseppe Tarantini, il responsabile dell’Ufficio tecnico del comune, Giuseppe Affatato e un altro dipendente dello stesso Ufficio, Salvatore Ferrante, i rappresentanti della cooperativa Re Manfredi, cui sono affidati i servizi cimiteriali, Corrado Cisotti e Gabriele Dell’Olio, i custodi del cimitero Antonio Muciaccia e Filippo Zaza e i responsabili dell’Amiu, il dirigente Michele Zecchillo, l’ex presidente Francesco Giangualano e l’ex amministratore delegato Nicola Sorrenti, attualmente unico consigliere di amministrazione in carica dell’azienda ex municipalizzata. Dal procedimento è stata esclusa Angela Camposeo, responsabile dei servizi cimiteriali che ha dimostrato di aver segnalato più volte le cattive condizioni del cimitero.
Agli indagati erano stati contestati reati di interruzione di pubblico servizio, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture, omissione di atti d’ufficio, omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari, omissione di lavori in costruzioni che minacciano rovina, falso materiale, falso ideologico, violazione del decreto legislativo 152/06 (in materia di rifiuti e di tutela dell’ambiente).
Salve,
nel caso di persona deceduta in casa, portatore di Peacemaker, chi ha il dovere di toglierlo.
saluti
Il parente più prossimo, incaricando il medico curante o quello dell’ASL.
Il prefetto di Bari, Carlo Maria Schilardi, rappresenterà il Comune di Trani nell’eventuale processo per il degrado del cimitero cittadino. E’ quanto deciso dal gup del tribunale Maria Grazia Caserta, durante la prima udienza per stabilire se i 10 imputati, tra cui il sindaco Giuseppe Tarantini, dovranno essere rinviati a giudizio per aver consentito che il camposanto tranese diventasse una sorta di discarica a cielo aperto, con poco rispetto per i morti i cui resti erano finiti anche in fosse comuni e con strutture spesso pericolanti.
Alcuni difensori hanno sollevato eccezioni in merito, anche perché il tribunale collegiale aveva già annullato la nomina di un curatore speciale disposto sempre dal gup Caserta per il processo sull’Estate tranese. Ma il giudice ha confermato la sua impostazione, ritenendo che gli assessori della giunta Tarantini non possono costituirsi parte civile nel processo, pur non essendo imputati, in quanto avrebbero una sorta di conflitto di interessi, derivato dal rapporto fiduciario con lo stesso primo cittadino.
Dunque sarà l’avvocato Fabio Costa, nominato dal prefetto, a rappresentare gli interessi dei cittadini tranesi nell’eventuale processo.
L’udienza è stata aggiornata al 16 aprile 2010 e vede 10 imputati.