PDL della Giunta regionale del Veneto in materia funeraria

Non cè limite al peggio!.
Con queste secche parole il Responsabile tecnico della SEFIT ing. Fogli ha bollato il progetto di legge della Regione Veneto, che la Giunta Regionale si appresta a portare in Consiglio regionale.
“In base alle anticipazioni, si tratta di un testo abnorme, ben 54 articoli di legge, che rimanda ad almeno 6 o 7 ulteriori provvedimenti regionali attuativi.
Per quanto noto si tratta di un arretramento di almeno 20 anni rispetto al dibattito intervenuto e agli studi per migliorare le gestioni cimiteriali e funebri italiane.
Nascondendosi come al solito dietro il facile alibi della attuazione della legge 130/01 e di favorire il commiato, la Regione crea le condizioni per smantellare il sistema funebre pubblico (ormai ridotto al lumicino), interviene in materie statali non solo di principio, ma anche esclusive, dettando comportamenti che deve avere l’Ufficiale di stato civile, crea delle riserve di legge a favore dell’imprenditoria funebre privata, determina ripercussioni sul sistema pianificatorio cimiteriale con conseguenti necessitàdi rilevanti investimenti da parte dei comuni, modifica il sistema autorizzatorio dei trasporti funebri con riflessi anche sul sistema tariffario connesso, incide sul trasporto di salme favorendo la nascita di case funerarie (solo private, in barba alla libertà di iniziativa economica, anche da parte pubblica) e al tempo stesso determinando problemi per le partenze dei funerali dalle strutture sanitarie.
Come se non bastasse obbliga la risepoltura dei resti mortali inconsunti e le casse da morto dovranno avere caratteristiche stabilite dalla Regione Veneto, secondo principi statali.
Forse nel Veneto occorreranno casse di colore particolare, o di legni e spessori diversi per tener conto di chissà quali specificità regionali!”
E questa è solo una parte delle “innovazioni” venete – prosegue Fogli – che afferma come “non sia possibile che l’autonomia regionale porti produzioni normative in cui è più il tempo che si dedica a correggerne gli errori che non quello che serve per poter risolvere problemi effettivi.
Il cambio del sistema di calcolo del fabbisogno minimo legale di fosse (che raddoppia quello previgente) è irrealizzabile oltre che antistorico, stante le carenze di spazi cimiteriali.
L’introduzione di uno standard di fabbisogno minimo in termini di loculi stagni, pari ad almeno il doppio del numero di tumulazioni in loculo per il numero di anni di concessione, o è letto come un sostegno all’imprenditoria edile in difficoltàdel Veneto o è frutto di fantasie pianificatorie irrealistiche. E pensare che la legge inizia dicendo che occorre incentivare la cremazione e le forme di sepoltura con minor impatto ambientale!
Alla fine chi pagherà sarà il cittadino che commissiona un funerale, che vedrà aumentato e di molto sia la componente tariffaria privata che pubblica.
Anche il sistema adottato dalla G.R. per l’approvazione della norma è del tutto criticabile: in tutta fretta si approva un testo in G.R. il20 febbraio e poi lo si sottopone al parere della Conferenza Regione Autonomie locali il 27 febbraio 2007, in maniera da cogliere del tutto impreparati gli Enti Locali e far passare, nell’indifferenza, modifiche normative di portata epocale.”
Conclude Fogli: “Mi auguro che vi sia la possibilità di effettuare decisi cambiamenti al testo noto.”

(N.d.R. Il testo noto del provvedimento, come è entrato in G.R. Veneto, dove ha subito modifiche marginali, è liberamente scaricabile
nelle notizie dell’ultima ora del portale www.funerali.org raggiungibile cliccado su qui)

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