Un pellegrinaggio «per pregare per i caduti di tutte le guerre», per «ricordare i caduti della Grande Guerra a cento anni dalla sua deflagrazione, quelli di tutti i conflitti e per lanciare un messaggio di pace al mondo». Così Papa Francesco, aveva descritto qualche tempo fa quella che sarebbe stata la sua visita al Sacrario militare di Redipuglia, in provincia di Gorizia, per celebrare il centenario della prima Guerra Mondiale.
All’uscita Francesco si è fermato a parlare per qualche minuto con un gruppo di bambini, acclamato dai fedeli. Si è poi diretto al Sacrario di Redipuglia, che custodisce le salme di 100.187 caduti. All’omelia ilPapa ha pronunciato, tra le altre, queste parole, che rischiano di diventare profetiche:
«Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta “a pezzi”, con crimini, massacri, distruzioni…». Papa Francesco punta il dito contro «questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi», gli «affaristi della guerra», che «hanno scritto nel cuore: “A me che importa?”».