Pane camorristico, cotto con legni di bara

Le indagini dei Nas di Caserta, partite da Trentola Lucenta, per finire tra Parete, Aversa, Casaluce, Lusciano, Carinola e Castel Volturno hanno portato alla chiusura di 25 panifici al di fuori della legalità e al sequestro di 30 tonnellate di pane e alimentari per un giro di 15 milioni di euro. Tra le varie infrazioni rilevate, talune particolarmente pericolose per la popolazione, vi è anche l’utilizzo di legno proveniente da bare da esumazione ed estumulazione che invece dovevano essere trattate come rifiuti cimiteriali.

Se le Asl e i comuni aiutassero i Carabinieri nel fronteggiare i panificatori abusivi – ha commentato il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli- il fenomeno sarebbe già stato debellato da tempo. Purtroppo la crisi economica ha spinto la criminalità ad investire ingenti risorse nel settore alimentare ed in particolare nella panificazione abusiva. Dopo la droga e le estorsioni -continua Borrelli- oramai l’alimentare è uno dei maggiori interessi della camorra anche perchè genera una liquidità immediata e le famiglie non possono fare a meno di mangiare. Abbiamo chiesto ai carabinieri e alla magistratura di controllare tutti i cimiteri campani, e non soltanto quello napoletano, per verificare il business del commercio del legno delle bare riutilizzato per i forni del pane e delle pizze‘. Le analisi condotte sui beni alimentari sequestrati, per quanto riguarda il pane, rilevano muffe pericolose per la salute e la concentrazione di diossina. Il prodotto smerciato dalla camorra è pericoloso per la salute umana.

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