La fondazione Ente Camposanto Santo Spirito, che gestisce il più grande cimitero privato della città – il Sant’Orsola – ha richiesto ai concessionari di circa 5 mila sepolture, già acquistate e pagate negli anni compresi tra il 2014 al 2019, di corrispondere l’IVA sui manufatti cimiteriali in concessione.
La singolare richiesta è stata motivata dal cambiamento della natura giuridica del soggetto gestore del cimitero, che da Ipab è passato a fondazione. Di conseguenza è venuta a mancare l’esenzione dall’Iva sull’importo dei manufatti cimiteriali ed ora l’Agenzia delle Entrate ha richiesto il versamento dell’imposta dovuta, pari al 10% sull’importo del loculo.
Secondo la normativa vigente, la fondazione ritiene di avere facoltà di recuperare queste somme, richieste dall’Erario, dai clienti che avevano acquistato i loculi nel periodo, accollandosi unicamente eventuali sanzioni ed interessi.
Più del 60% dei concessionari dei loculi al cimitero di Sant’Orsola sta provvedendo al pagamento dell’integrazione al prezzo del loculo, già determinato ed accettato, ai tempi, da ambo le parti.
Ma c’è anche chi si oppone alla richiesta, deciso a portare la questione in tribunale, in considerazione del fatto che su contratti e fatture dell’epoca era chiaramente specificato l’avvenuto versamento della somma “Iva inclusa”.