Palermo: esposta in consiglio comunale la road map per uscire dalla crisi cimiteriale

L’assessore ai Lavori Pubblici di Palermo durante un question time in consiglio comunale, svoltosi qualche giorno or sono ha indicato le possibili strategie studiate dal comune per rispondere all’emergenza cimiteri. La possibilità di costruire un nuovo cimitero, di ampliare quello esistente ai Rotoli, di investire su un nuovo forno crematorio una volta potenziato e reso funzionante quello esistente. Queste sono tutte ipotesi al vaglio della Giunta.

“Non si può pensare di uscire dall’emergenza senza l’ampliamento dei cimiteri attualmente esistenti e la costruzione di uno nuovo che guardi ai campi d’inumazione, insieme, ovviamente, ad un nuovo forno crematorio”, ha spiegato l’assessore . “Non ci sono altre prospettive in questa città. Sono state completate le indagini a Santa Maria di Gesù. I tecnici – ha continuato l’assessore – ci dicono che possiamo procedere alla previsione di campi d’inumazione. A giorni presenteremo uno studio di fattibilità che prevede 900 loculi fuori terra e 600-700 fosse per inumazione. Se lo studio sarà convincente, affideremo un incarico di progettazione”.

Il cimitero dei Rotoli ha al suo interno un forno crematorio che, però, è guasto da tempo: “Attualmente, si sta lavorando per riparare quello esistente. Abbiamo sia il progetto che le somme. Speriamo di metterlo in funzione il prima possibile. Intanto, va avanti il progetto del nuovo forno crematorio”, ha specificato l’assessore. “Il Rup ci ha garantito che entro la fine di febbraio 2023 ci verrà consegnato il progetto esecutivo. Avevamo impegnato 2,8 milioni di euro, ma servirà un milione in più per completare l’opera. Pensiamo di attingere ai fondi FAS, destinati in precedenza al cimitero di Ciaculli sia per i progetti su Santa Maria di Gesù, sia per il forno crematorio”.

Infine, per diminuire la presenza di salme in deposito si sta lavorando sui campi di inumazione: “Abbiamo aperto una media di 600 fosse nei campi d’inumazione dei Rotoli – ha spiegato l’assesore -. Le salme mineralizzate sono circa il 20%. Questo a causa della presenza delle coperture in zinco. Con l’apertura, anche il resto delle salme dovrebbero mineralizzarsi nel giro di un paio d’anni. Nei campi dell’area interdetta invece, abbiamo una percentuale d’inumazione senza zinco molto alta. Pensiamo di potere trovare lì i primi 250 posti tra la fine di marzo e l’inizio aprile. Fra luglio 2023 e marzo 2024 andranno in scadenza altre 800-900 fosse”.

“Stiamo cercando di seguire una procedura normativa per anticipare a cinque anni la scadenza delle fosse dedicate alle inumazioni“. Questo permetterebbe di ‘recuperare’ qualche posto e qualche mese per far sì che possano essere seppellite più salme. “Per le tumulazioni – ha continuato l’assessore -, fra marzo ed aprile 2023, dovremmo riuscire a seppellire tutti i richiedenti. Per i campi d’inumazione stiamo avendo maggiori difficoltà. Se ci darà il risultato sperato, potremmo arrivare in tempi minori all’eliminazione delle tensostrutture. Ma è bene che si sappia, ciò non porrà fine all’emergenza. Abbiamo 1500-1600 bare al momento seppellite nelle tombe dei privati. La norma prevede che, una volta uscite, queste bare debbano essere inumate. È una fase che andrà gestita. Per fortuna – ha concluso l’assessore – usciranno a gruppi di due o tre al mese”.

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