L’art. 67 del R.P.M. così recita:
“Ogni cimitero deve avere un ossario consistente in un manufatto destinato a raccogliere le ossa provenienti dalle esumazioni o che si trovino nelle condizioni previste dal comma 5 dell’art. 86 e non richieste dai familiari per altra destinazione nel cimitero. L’ossario deve essere costruito in modo che le ossa siano sottratte alla vista del pubblico”.
Una domanda sorge spontanea: l’ossario comune puo’ essere accessibile al pubblico frequentatore dei cimiteri? all’interno le ossa devono essere riversate sfuse o contenute in nylon?
L’ossario comune, di solito, e’ un pozzo, un vano ipogeo o un blocco in mattoni, cemento armato dove gettare le ossa in modo promiscuo ed indistinto. E’la stessa struttura muraria delle sue pareti (anche se quasi mai e’ cosi’) a dover risultare impermeabile alle infiltrazioni o alle acque piovane. Spesso, purtroppo, l’ossario si trasforma, invece, in un acquitrino ristagnante.
Non necessaraimente, prima di esser riposte nell’ossario comune le ossa debbono esser racchiuse in sacchi di plastica. Cio’ non e’ richiesto dal regolamento. Anzi, ossa avvolte nel nylon potrebbero esser ancora, in qualche modo, riconducibili ad un particolare cadavere (e sue trasformazioni di stato), mentre la Legge parla di conservazione massiva senza piu’ alcun segno di riconoscimento.
Di solito all’atto dell’esumazione/estumulazione si usano invoucri provvisori di plastica per una prima cernita tra le ossa non richieste e quelle, invece, da riporre in cassetta ossario (Art. 36 comma 2 DPR 28/90) per una nuova tumulazione o per il trasporto ad altro luogo che non sia il crematorio, altrimenti sarebbe sufficiente un contenitore di materiale facilmente combustibile.
L’ossame deve esser celato alla vista del pubblico, ma il punto fisico in cui si trova l’ossario puo’ esser tranquillamente segnalato con un cartello, un’indicazione, una croce….
Sulla botola dell’ossario e’ possibile collocare fiori, oggetti votivi per il legittimo esercizio delle pratiche di pietas e devozione.
L’ossario e’, alla fine, una sepoltura collettiva: dopo tutto e’ pur sempre una tomba, ancorche’ anonima, ed il nostro ordinamento di polizia mortuaria consente sempre gesti di pieta’ e venerazione verso i defunti assimilabili al diritto secondario di sepolcro.
Sulla botola dell’ossario (si pensi ad un sacrario di guerra) potrebbe esser officiata anche la Santa Messa.
L’importante e’ non intralciare le operazioni cimiteriali di apertura e chiusura delle botola per l’immissione di nuove ossa.
L’ingresso all’area dove e’ collocato l’ossario potrebbe esser inibita ai visitatori durante l’esecuzione di operazioni cimiteriali o se ci sono seri pericoli per la loro incolumita’ (cedimento della volta, rischio di cadute….).
Grazie mille per l’esaustiva spiegazione. Avevo cercato dei riferimenti normativi, senza però trovarli. Grazie ancora e complimenti per la sua preparazione e professionalità.
Recandomi in visita ad un cimitero mi è capitato di vedere l’ossario comune. Davanti ai miei occhi è apparsa una scena raccapricciante formata da un cumulo di ossa gettate alla rinfusa miste a cassette che le contenevano, ed anche a piccole bare. Mi chiedevo se fosse normale questa promiscuità tra ossa e ossari/piccole bare o se, nel rispetto del decoro del defunto, dovrebbero quantomeno evitare di mischiare le ossa con oggetti di diverso tipo.
Ho letto la normativa ma non ho trovato nulla in merito. Grazie.
X Daniela,
la normativa c’è ed è chiarissima: l’ossario comune, dove le ossa vengono sparse in modo anonimo, promiscuo, massivo ed indistinto per una loro conservazione sine die deve esser costituito da un manufatto, anche di lieve entità architettonica (spesso è un vano ipogeo, una cripta) chiuso da opportuna botola così da sottrarre l’inquietante visione dell’ossame al pubblico (art. 67 del regolamento nazionale di polizia mortuaria di cui al D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285).
L’ossario comune non è, pertanto, una “pattumiera” dove riversare rifiuti cimiteriali (assi, residui di bare, rottami metallici) essi, per il loro smaltimento seguono tutt’un altro percorso, governato attualmente dal D.P.R. 15 luglio 2003 n. 254.
Attenzione: questa condotta “irresponsabile” da parte del gestore del cimitero espone lo stesso a pesanti sanzioni sia amministrativo-pecuniarie sia – soprattutto – penali, per l’abbandono di rifiuti speciali prodotti dalla normale attività cimiteriale di esumazione/estumulazione. Si veda per i profili sanzionatori e di diritto punitivo il T.U. Leggi Ambientali D.Lgs n. 152/2006
vorrei sapere statisticamente che scelta prevale per le riesumazioni dei resti della salma,cioè se in ossario comune o contenitore-cassetta o cremazione dei resti
grazie
Beppe
X Giuseppe,
non abbiamo, al momento, dati attendibili sulla percentuale esumazioni/estumulazioni andate a buon fine (= cadavere complente scheletrizzato dopo il periodo di sepoltura legale) con conseguente destinazione dei resti ossei verso l’ossario comune o una nuova sepoltura privata e dedicata (= tumulazione delle ossa risultanti in nicchia ossario).
Converrebbe interessare della questione un campione significativo dei Comuni di maggior dimensione, loro forse hanno, per il proprio bacino d’utenza, ovvero per il loro sistema cimiteriale, statistiche più aggiornate.
SEFIT, organismo di rappresentanza delle imprese pubbliche di servizi funerari con apposita circolare, (reperibile su questo sito per gli utenti a pagamento) pubblica ogni anno, con particolare riguardo ai gestori di cimiteri e crematori, un documento riassuntivo sul numero di cremazioni effettuate, ripartendo i risultati per distinte categorie (cremazioni subito dopo il funerale, o in un secondo momento, per resti mortali, ossame, parti anatomiche riconoscibili, prodotti abortivi o del concepimento…).
In effetti stanno aumentando esponenzialmente le cremazioni di cadaveri inconsunti rinvenuti all’atto dell’esumazione/estumulazione, anche deliberate d‘ufficio dalle stesse amministrazioni cittadine per liberare spazio nei nostri già congestionati e tentacolari cimiteri, basati – purtroppo – su una metodologia ad accumulo e non a rotazione.