Oggi, su RAI 3 si parlerà (e non in bene) del Gran Camposanto di Messina. E’ la trasmissione quotidiana Codice a Barre che si occuperà del sovraffollamento del deposito di bare massivo nella camera mortuaria del Cimitero Monumentale di Messina. Il precursore della vicenda è il Consigliere della Terza Circoscrizione, Libero Gioveni, il quale a seguito dell’ultima denuncia dello scorso 12 novembre in merito al sovraffollamento del deposito del Gran Camposanto (nel quale insistono più di 400 bare) ha incentivato l’interesse del programma televisivo. La trasmissione Codice a Barre, condotta da Elsa Di Gati, andrà in onda stamattina alle ore 11:00, e tratterà anche un’inchiesta sul mondo dei cimiteri e di ciò che esso può nascondere.
Ma le bare da tumulazione ex Artt. 30 e 77 DPR n. 285/1990 non dovrebbero esser chiuse e sigillate in modo da riuscire, nel tempo, impermeabili sì ai liquidi, ma anche ai gas putrefattivi, a maggior ragione se, come accade quasi sempre, sono provviste di valvola depuratrice, la quale, appunto deve (o…dovrebbe) neutralizzare i composti aeriformi, dall’odore nauseabondo, tipici della putrefazione?
Non si capisce, allora, la ragione del lezzo terrificante in camera mortuaria descritto nel rèportage televisivo, in questo caso sarebbe opportuno, con apposita ordinanza contingibile ed urgente vietare l’ingresso dei visitatori in un ambiente così insalubre e malsano
Ci sarà pure qualcuno che ha proceduto (evidentemente in modo poco corretto)al corretto (???) confezionamento del feretro ed alla fornitura dello stesso con tutti i dispositivi di profilassi prescritti dalla legge; questi risponde, comunque, della scarsa diligenza nell’esecuzione delle proprie funzioni.
Il comune dispone a carico dei familiari, in solido con cui ha curato il trasporto, le opere sia di ripristino del feretro, sia per le pulizie e riattamenti della camera mortuaria e, in ultima istanza, qualora non sia provveduto con la tempestività del caso (ma qui siamo dinnanzi ad un’emergenza endemica e conclamata!), adotta provvedimenti il comune, a tutela della salute pubblica (rifascio delle casse lesionate, con un nuovo cassone esterno di zinco ex Art. 88 DPR n. 285/1990), ripetendo, poi, le spese assunte, in via d’urgenza, a mente degli artt. 2028-2032 Cod. Civile.
La famiglia può altresì, agire, in sede civile, contro l’inadempimento da parte dell’azienda a cui ha commissionato la prestazione.
Al momento, si è sul piano civilistico.