Sembra aggravarsi la posizione Diego Nicolini, impresario di onoranze funebri, titolare della Nicolini servizi che si occupa di cimiteri in alcune città del nord Italia. Per ora tre le ipotesi di reato contestate al titolare: vilipendio di cadavere, smaltimento non autorizzato di materiali e emissioni maleodoranti. La Magistratura sta ricostruendo l’iter dei tarsporti di resti mortali dal luogo di esmazione al luogo di deposito improrpio (dentro un camion frigo in disuso, nei capannoni della ditta Nicolini). Ma le ipotesi di reato potrebbero essere benpiù gravi, in quanto si sono ritrovati nel ortile dello stesso capannone rifiuti triturati, tra cui sono state rinvenute piccoli framemnti di ossa. L’ipotesi al vagio degli inquirenti è che non si sia seguita la normativa nonsolo per i trasporti di resti mortai, ma anche per il trattaemento degli stessi in attesa di cremazione (se fosse vero questa ipotesi, perché sarebbe al vaglio anche la ipotesi che non dovessero essere avviati a cremazione i resti mortali, e in questo caso quale destinazione avrebbero avuto?).
L’eco della notizia ha determinato le reazioni di cittadini ed amministratori, questi ultimi alle prese con norme che impongono di fatto la esternalizzazione di servizi comunai, tra cui anche quelli cimiteriali, che per loro natura sono di estrema delicatezza e con norme ben precise da seguire per garantire al massimo il rispetto dei defunti, norme che talvolya vengono non osservate per ignoranza e superficialità, ma che talvolta vengono disattese per precise scelte economiche.