Morti con o per il Covid?

Riportiamo, in quanto di rilevante interesse, l’articolo a firma di Giovanni Rodriquez pubblicato su quotidianosanita.it del 7 febbraio 2022


Morti “con” o “per” Covid. Ma è vero che in Italia si indicano come morti per Covid anche i decessi per un incidente stradale? Non è così, e qui spieghiamo il perché
di Giovanni Rodriquez

In questi giorni sta montando la tesi secondo la quale l’alto numero di decessi per Covid di questa quarta ondata sia dovuto anche alla compilazione dei certificati di morte che indicherebbero il Covid come causa primaria anche se il soggetto, risultante positivo, è morto ad esempio per un incidente stradale o per un’altra causa diversa dal Covid. In realtà non è così e, salvo errori o incertezze nella registrazione, che l’Iss ha calcolato in non più dell’11% dei casi, il sistema prevede regole certe e inequivocabili per segnare come morto per Covid solo chi effettivamente lo è.

È vero che, come sempre più spesso si sente dire, qualunque sia la causa di decesso se un paziente è positio al tampone viene conteggiato come morto per Covid? La risposta è no, non funziona così. E non da oggi ma già dal 2020. Vi sono in tal senso linee guida internazionali Oms ed Ecdc seguite anche dall’Italia e recepite dall’Istituto superiore di sanità nel “Rapporto ad interim su definizione, certificazione e classificazione delle cause di morte”.

Tentare di ridurre gli alti numeri di decessi quotidiani Covid ad una mera questione lessicale di “con” o “per” Covid può risultare fuorviante e non aiuta ad inquadrare il problema. Per la certificazione Istat dei decessi Covid il medico deve compilare una scheda suddifisa in due parti. Nella parte I (quella in alto) vengono segnalate le cause di morte, ossia tutte le condizioni che hanno contribuito a determinare il decesso.

Troviamo qui 4 righe da poter compilare che rappresentano la sequenza di condizioni che ha portato direttamente al decesso: nella riga 1 va riportata la causa iniziale, ossia l’origine della sequenza; nelle righe 2, 3 e 4 le condizioni o complicazioni scaturite direttamente dalla causa iniziale. La condizione riportata in una riga deve aver provocato la condizione riportata nella riga successiva. Vi è poi una Parte II della riga 4, in fondo alla scheda, dove devono essere riportate le condizioni che, pur non rientrando nella sequenza, hanno contribuito al decesso aggravando le condizioni generali del paziente o limitato la possibilità di guarigione o di terapia.

Questa la teoria, vediamo ora la pratica. È possibile, come capita di sentire o leggere talvolta, che ad esempio anche le vittime di incidenti d’auto o i morti per infarto vengano registrati come decessi Covid se risultano positivi al tampone? Ancora una volta la risposta è no. In questo caso l’accidente da trasporto deve essere indicato come causa iniziale di morte. Questa condizione riportata per prima sulla prima riga utilizzata in Parte I, l’accidente da trasporto, può causare tutte le altre condizioni riportate nelle righe successive: rottura dell’aorta e shock ipovolemico traumatico. La positività al Covid viene riportata nella parte bassa tra gli “altri stati morbosi rilevanti”, non come causa del decesso. Stesso discorso varrà anche per il decesso da infarto del miocardio.

Va poi aggiunto che per alcune patologie viene esclusa la possibile correlazione con il Covid come ad esempio per tumori maligni, alcune malattie infettive di particolare interesse, accidenti e suicidi. Quindi le regole su come registrare questi decessi e classificarne la causa sono chiare. Certo questo non esclude che possano esserci degli errori nel compilare queste schede da parte dei singoli medici.

Del resto nell’ultimo rapporto di Inail e Istituto superiore di sanità sull’analisi della mortalità si è calcolata una possibile sovrastima del 11% nella registrazione dei decessi Covid. Stima che potrebbe tra l’altro ridursi quest’anno visto che, rispetto al 2020, il meccanismo di classificazione dei decessi è ormai rodato.

Altra precisazione che va fatta riguarda poi i dati riportati nei bollettini del monitoraggio quotidiano del Ministero della Salute. Qui, come spiegatoci dallo stesso Istituto superiore di sanità, i dati riportati sono quelli provenienti dalle Regioni che a loro volta raccolgono quelli di Asl e Ospedali che soo tenute a seguire le indicazioni sulla compilazione dei certificati di morte che prevedono, per l’appunto, che siano riportati come decessi Covid solo quelli che hanno il Covid come prima causa di segnalazione nelle schede di certificazione Istat.

A confermare il tutto è intervenuto anche il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli che abbiamo contatta nel promeriggio: “Nel momento in cui compili il certificato Istat devi riportare la causa morte e aggiungere altre circostanze che possono essere intervenute. Tra queste ultime può esserci anche il Covid”, ci ha detto Anelli.

“Segnalarlo non significa farlo diventare la causa del decesso. Non è corretto dire questo. Non funziona così il sistema. Se uno ha diabete o il Covid e muore a seguito di un incidente stradale, segnalerà la presenza di queste patologie ma verrà registrato incidente stradale come causa prima ria del decesso. Se colleghi sono a conoscenza di compilazioni errate delle schede di morte facessero segnalazioni presso la direzione sanitaria delle loro strutture senza limitarsi a raccontarlo ai media”, conclude Anelli.

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