La protesta popolare a Latina per l’affidamento della gestione e costruzione del cimitero a privati, sta assumendo proporzioni enormi: un corteo di 4 chilometri di macchine per protesta, delegazione di popolazione a colloquio col vescovo per chiedere il suo intervento, una disobbedienza civile che si sta esplicando in varie forme. La lettura dell’articolo apparso sul Tempo, cronaca di Latina, del 7/6/2009 deve far rifletetre profondamente su scelte del genere.
Contro le nuove regole della “Damiani” marcia fino in curia Cimitero, la protesta arriva dal vescovo
Vincenzo Arma Incatenate davanti al cancello principale del cimitero.
Cosi è iniziata la protesta ieri mattina contro la privatizzazione del cimitero di Latina e le nuove regole introdotte dalla ditta Ipogeo-Damiani. Una protesta che è continuata con il blocco dell’ingresso delle auto nel parcheggio e con il lungo corteo, circa quattro chilometri, che ha portato i manifestanti sino alla sede della curia vescovile. Lì una delegazione ha incontrato il vescovo. “La chiesa ci deve sostenere in maniera forte – ha detto la signora Rina – per una questione che riguarda le nostre anime”. “Favorirò il dialogo”, ha risposto Giuseppe Petrocchi, dopo avere ascoltato le lamentele dei familiari dei defunti. La protesta è iniziata alle nove. Le rassicurazioni fornite dal sindaco Vincenzo Zaccheo, giovedi 4 giugno, circa la riapertura del cancello principale e sulla garanzia sul “costo sociale”, non hanno convinto la gente. “Ci stanno dando solo un contentino – dice la signora Annarita – perché siamo sotto elezioni”. Diecimila circa le firme raccolte per chiedere la sospensione di alcune delle nuove norme. “Ci può anche stare che il Comune appalta il cimitero a un privato – afferma la signora Pina – ma le spese deve sostenerle lui. Noi già abbiamo pagato le tasse, l’amministrazione non può pensare di risparmiare sulle nostre spalle”. La protesta si è spostata davanti all’ingresso delle auto nel piazzale e per circa un quarto d’ora il traffico delle auto è stato interrotto. Poi, verso le dieci, la partenza del corteo, con in testa la bara in legno portata a braccio da quattro uomini e dietro, in prima fila, le donne incatenate. “Queste regole mettono in ginocchio la gente – afferma una signora – e soprattutto quelle persone che hanno già difficoltà economiche”. Per ogni defunto sepolto bisognerà pagare una tassa di 15 euro, mentre per ogni nuovo “ingresso” ci sarà una tassa da 30 euro. “Vogliono spezzare il legame tra cielo e terra, con il lucro – dice sempre la signora Rina – qui sono in gioco le nostre anime, quelle dei vivi e quelle dei morti”. Un percorso durato circa un’ora, con tante vecchiette che non si sono sottratte a questo cammino e con gli uomini che si sono portati sulle spalle la bara di legno, come in una vecchia funzione religiosa. Viale Kennedy, via Galvaligi, via Quarto, via Polusca, sino ad arrivare alla curia vescovile di via Sezze, il percorso, strade grandi, con poca gente sui marciapiedi. All’arrivo alla curia l’incontro con il vescovo, a cui ha partecipato anche l’avvocato Gianluca La Starza: “È in atto una speculazione – ha detto – per un appalto di 47 milioni di euro e senza garanzie per il futuro”.
Finte: iltempo.ilsole24ore.com
Riceviamo e pubblichiamo:
“Hanno privatizzato tutto: acqua, sanità, rifiuti, scuola e adesso anche i servizi cimiteriali. I servizi primari a Latina sono praticamente in mano a privati con buona pace delle tasche dei cittadini costretti a pagare per i ‘capricci clientelari’ dell’amministrazione Zaccheo”. A dichiararlo in nota congiunta sono il capogruppo di Rifondazione comunista alla Regione Ivano Peduzzi e il segretario del circolo di Rifondazione di Latina Sergio Sciaudone.
“Concedendo la gestione del cimitero comunale alla società Damiani – proseguono Peduzzi e Sciaudone – i cittadini per usufruire dei servizi cimiteriali dovranno sborsare cifre inaudite, in alcuni casi aumentate anche del 2000 per cento. La sepoltura in terra è passata da 108 euro a 2065 più Iva, aumentata del 40 per cento per i non residenti. La sepoltura in cappella da 150 a 650, sempre esclusa l’Iva. Inoltre, per ogni sepoltura dovranno essere versati annualmente 15 euro per le pulizie ordinarie: a fronte del mancato pagamento per due anni consecutivi le salme verranno traslate in una fossa decennale e i resti o le ceneri in un ossario comune. Tutto questo è una vergogna – aggiungono – Siamo in presenza di tariffe e ricatti ignobili, figli di una logica che sottomette ogni cosa, anche i diritti e i bisogni comuni, al denaro e alla speculazione. I cittadini vengono tartassati perché amministratori compiacenti e senza scrupolo ‘svendono’ servizi primari ai privati pensando più ai profitti di questi ultimi che non al bene di tutti. Con questa storia del cimitero di Latina l’amministrazione Zaccheo ha veramente superato ogni limite. Perciò esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai cittadini che si stanno mobilitando e chiediamo al sindaco di intervenire immediatamente per rimediare ai danni fatti revocando la concessione alla Damiani o imponendo una drastica riduzione delle tariffe. “.
da Il tempo – cronaca di Latina – del 9 giugno 2009
Nuova protesta contro la privatizzazione del cimitero e contro le nuove regole di gestione introdotte dalla ditta Ipogeo-Damiani, che ha preso in appalto la struttura a partire dall’11 maggio. Domani alle 9 i manifestanti si ritroveranno davanti all’ingresso del Cimitero per ribadire le proprie ragioni. Su tutta via della Rimembranza, su una sola corsia, più persone si sdraieranno per terra. Un lungo corteo, poi, si snoderà sino alla Prefettura di Latina, dove verrà chiesto un incontro con il Prefetto Bruno Frattasi, completando un «percorso» istituzionale che ha visto i manifestanti, tra cui tante donne ed anziani, toccare diverse sedi istituzionali con i loro cortei: il 1 giugno il Comune, per recapitare le proprie richieste al sindaco; sabato 6 giugno la curia vescovile, dove una delegazione ha incontrato dopo un cammino di circa quattro chilometri il vescovo, che ha assicurato di volere perseguire la via del dialogo, favorendo un incontro con il sindaco; mercoledì, infine, i parenti dei defunti incontreranno il prefetto. Con loro anche l’avvocato Giancarlo La Starza, che sta portando avanti sul terreno legale le istanze delle persone impegnate nella protesta: «È in atto una speculazione – afferma – c’è in gioco un appalto di 47 milioni di euro e non abbiamo nessuna garanzia per il futuro. Abbiamo chiesto di vedere il bando del progetto, ma non ci è stato consentito». Le aperture manifestate dal sindaco Zaccheo, che ha fatto riaprire una parte dell’ingresso storico del cimitero e che ha rassicurato sulla tutela delle fasce deboli, non sono bastate a placare l’ira della gente. Oltre alla riduzione degli orari, alla chiusura settimanale ed ai nuovi costi per i funerali e per la tenuta delle tombe, c’è il timore che in futuro possa sempre essere introdotta qualche nuova tassa. «Hanno messo l’Ici sull’ultima casa» – ribadisce ancora una volta il signor Bruno . «Qui non si può neanche più morire – dice la signora Maria – e questi costi vanno a gravare sui pensionati, su tanta gente in cassa integrazione o in mobilità». Il risentimento dei latinensi coinvolti in questa vicenda si somma a quello legato alle tariffe per i rifiuti e per l’acqua, con l’aggravante che in questo caso le nuove regole e tasse, vanno a colpire persone già alle prese con i dolori legati alla scomparsa dei propri cari.