Guidati dal professore Filippo Russo, gli studenti della terza C della secondaria Garibaldi “A egregie cose” hanno vissuto un’esperienza didattica insolita: vedere “dal vivo” il luogo e le corrispondenze tra il mondo dei vivi e quello dei morti oggetto dei sonetti del Foscolo studiati a scuola – “A Zacinto”, “Alla Sera”, “Dei Sepolcri”, direttamente al cimitero cittadino di Milazzo.
La funzione eternatrice delle tombe e della poesia è stata, così, colta in tutta la sua pienezza, oltre all’innato desiderio di eternità dell’essere umano ed alla necessità di garantire la trasmissione di valori rappresentati dalle personalità illustri.
Al cimitero di Milazzo, il professore ha mostrato – tra le altre – la tomba Zuco, un bimbo morto nel terremoto di Messina, con iscrizione sepolcrale dettata al padre da Giovanni Pascoli, la tomba del professore Apollo Lumini, dotto cultore di Dante a fine Ottocento e la tomba dell’esule Gaetano Ungarelli, uno dei Mille.
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