E’ finita in tribunale l’intesa raggiunta nel 2003 tra i tre soci della principale agenzia di pompe funebri di Novafeltria (Pesaro) e un marmista che lavora tra le province di Pesaro e Rimini. L’accordo, solamente verbale, prevedeva, a fronte di un compenso di 30 mila euro l’anno, l’impegno dell’agenzia ad indirizzare i clienti al marmista. Dopo due anni però la collaborazione è saltata e il marmista ha denunciato i titolari delle pompe funebri per estorsione aggravata. Il gup di Pesaro gli ha dato ragione ed ha rinviato a giudizio i tre, che però si dichiarano estranei alle accuse.
Fonte: www.newsrimini.it