SEFIT-Utilitalia ha segnalato alla Regione Lombardia alcuni necessari emendamenti al testo della proposta di regolamento regionale sull’attività funeraria, attualmente all’attenzione del Consiglio regionale lombardo.
Come noto il testo riguarda la “Proposta di Regolamento Regionale di attuazione del Titolo VI Bis della Legge Regionale 30 novembre 2009, n. 33”, ed è ora stato presentato in III Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio Regionale della Lombardia, PAR n. 0132 DGR XI/ 6083 del 14 marzo 2022.
Per il testo della proposta regionale si rimanda alla notizia precedente.
Senza entrare nel dettaglio dei singoli emendamenti presentati, SEFIT ha rese note alcune delle segnalazioni, ritenute di maggiore interesse, fatte alla Regione:
- Il testo della proposta di regolamento in esame presso la commissione consiliare di competenza non contiene alcune disposizioni presenti invece nel regolamento regionale vigente (che viene abrogato). Per cui, per quanto non disciplinato, si dovrà applicare il DPR 285/1990.
Questo comporta la perdita di importanti novità vigenti da oltre quindici anni in Lombardia: es. manca nella proposta di regolamento in esame ogni riferimento alle operazioni di esumazione ed estumulazione e alle modalità di svolgimento, soprattutto per quanto riguarda l’estumulazione da loculi areati. - Qualche perplessità desta la previsione contenente i criteri di proporzionalità in merito ai requisiti minimi delle imprese funebri.
Si prevede infatti fino alla soglia di 560 funerali un minimo di dotazioni consistente in un carro funebre, autorimessa e 4 necrofori. Ma tale numero di servizi è ben al di sopra di valori di riferimento nazionali basati sul calcolo del break even point per imprese di quella dimensione, che è attorno ai 200-250/anno.
Usando la soglia dei 560 servizi con dotazione minima per operare nel funebre il rischio è quello di mettere in regola molte imprese che poi non hanno in proprio i mezzi per svolgere adeguatamente i servizi e che per eseguirli faranno ricorso ad escamotages con danni per i dolenti e le altre imprese ben strutturate. - Ulteriore perplessità riguarda la previsione, ai fini dell’utilizzo da parte di una impresa funebre della casa funeraria, della necessità di un contratto registrato. Si è quindi adottato lo stesso schema dei centri servizi, che invece garantiscono anche i requisiti per poter operare.
SEFIT ritiene questo obbligo sproporzionato e tale da rendere troppo rigido il sistema. Il timore è quello che si possa creare una sorta di privativa in capo all’impresa titolare della casa funeraria da cui dipende l’attività di altre piccole imprese. - Altri suggerimenti migliorativi dell’attuale testo sono stati proposti alla Regione per facilitare l’operatività cimiteriale, con particolare attenzione alle ristrutturazioni cimiteriali, per le condizioni di manufatti esistenti privi di spazio esterno libero per l’accesso del feretro, in modo da poter consentire l’utilizzo in modo idoneo anche di queste sepolture diffuse in molti cimiteri.