Lombardia: cambiano le norme per la sepoltura dei feti

“DIGNITA’ DI PERSONA AL FETO, NORMA RIVOLUZIONARIA DI CUI SIAMO ORGOGLIOSI”

Comunicato stampa di Roberto Alboni, consigliere regionale della Lombardia (AN)

“Ma quale norma aberrante, quale etica di regime e indebita pressione psicologica sulle donne: si tratta di un provvedimento moderno e all’avanguardia che soddisfa un’esigenza diffusa. Non a caso è stato approvato all’unanimità”. Questa la replica del capogruppo di Alleanza Nazionale Roberto Alboni alle critiche di Silvio Viale, membro della direzione nazionale della Rosa nel Pugno, al Regolamento in materia di attività funebri e cimiteriali approvato ieri dal consiglio regionale della Lombardia: “Dedicare un funerale o una degna sepoltura anche ad un feto di poche settimane è un gesto di grande civilità. E’ il riconoscimento del rispetto della vita e della persona umana che appartiene al dna di AN e del centrodestra”.
“Non si comprende il motivo per cui Viale debba vedere deligittimata la 194: non c’è nessuna contaddizione fra il regolamento approvato ieri e la legge sull’aborto, lo hanno notato anche i rappresentanti della sinistra che hanno votato a favore del provvedimento. E’, invece, un atto di quella che potremo chiamare ‘educazione etica’, un gesto di rispetto – fa notare Alboni -: perché i genitori non dovrebbero voler celebrare le esequie di chi è morto prematuramente ed avere un luogo nel quale ne sia conservato il ricordo? La Lombardia, come sempre, precorre i tempi”.
“Vorrei anche ringraziare il Movimento per la vita ambrosiano per i suoi elogi dedicati alla Regione. Per noi – afferma il capogruppo di AN – dare dignità di persona anche ai feti era fondamentale invece di continuare a ritenerli alla stregua di scarti destinati ad essere gettati. L’immediato attacco del fronte abortista capitanato dai radicali non ci fa né caldo né freddo: com’era possibile rispondere a due genitori che venivano a chiedere della sorte del loro feto, anche dopo anni, che era finito nel cestino? Agli integralisti laici che subito urlano inorriditi rispondiamo che di questa norma rivoluzionaria siamo orgogliosi”.

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