Una persona ha, a suo tempo, ottenuto la concessione di un’area cimiteriale, ai fini dell’erezione di una cappella di famiglia, cui ha provveduto nei termini previsti dall’atto di concessione. A distanza di alcuni (non importa quanti) anni, lo stesso si avvale di e-Bay per porre in vendita, con atto notarile, un certo numero di “loculi in cappella cimiteriale”.
Si tratta di un contratto, come noto, nullo di diritto, e la cui efficacia non può essere riconosciuta dal comune concedente, ma (anche ammettendo, astrattamente, una perfezionabilità di un tale atto di compravendita, l’acquirente acquisterebbe solamente la proprietà del manufatto, o parte di questo, assumendone conseguentemente gli obblighi di manutenzione nel tempo, senza acquisire alcun diritto di utilizzo, in termini di sepoltura, in quanto questo diritto è “riservato” al concessionario (e la concessione riguarda l’area cimiteriale).
Oltretutto, la vendita, ma anche il solo tentativo di vendita, costituendo un uso indebito della concessione, in quanto in contrasto con l’atto di concessione, comporta, di per se’ stesso, che vi siano le condizioni affinché il comune concedente dichiari la decadenza dalla concessione, con cio’ acquisendo la piena disponibilita’ del manufatto sepolcrale eretto sull’area in concessione.
Sara’ anche aria di crisi economica, ma questa vicenda prova come le condizioni soggettive possano cambiare e chi, in un certo momento, riteneva perfino “breve” una concessione 99ennale, chiedendo di ottenerla in perpetuo, di li’ a pochi anni (rispetto ai 99 della concessione) può venire a trovarsi in presenza di “scenari” del tutto differenti.