L’evoluzione normativa su prodotti abortivi, feti e nati morti, ovvero il da farsi coi bimbi mai nati

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Nei giorni scorsi, si è svolto, in piena campagna elettorale, l’ennesimo duello tra Parti contrapposte circa il destino da dare ai prodotti abortivi.
L’agenzia di stampa askanews, che si riporta integralmente in calce a queste brevi note, dà conto della differenza di idee, che spesso partono da posizioni ideologiche e ben poco si confrontano con la realtà.
Altro interessante articolo che tenta una panoramica delle posizioni espresse si può trovare al seguente link dell’Agenzia DIRE
Poco è emerso da chi dovrebbe conoscere meglio la realtà e cioé i Reparti di ostetricia e ginecologia. Realtà a noi poco nota, ma per la quale invitiamo i lettori a darne conto.
Invece l’esperienza di vari nostri collaboratori, ma anche di frequentatori del sito funerali.org, verte più sulle procedure regolamentari in vigore e sulla complessità di applicazione di norme, talvolta vecchie di almeno mezzo secolo, che si misurano con il mutamento che è intervenuto nel sentire comune della società dell’oggi.
Sussistono infatti problemi pratici, essendo destinatari di sepoltura o cremazione, rispettivamente i gestori di cimiteri e quelli dei crematori.
Occorre anche comprendere quando inizia la competenza dello stato civile e del Comune e quando cessa quella dell’ASL per i relativi permessi e autorizzazioni.
Ma, lasciamo perdere la burocrazia, c’è pure una realtà poco nota, spesso nascosta nel dolore di tante donne e tanti uomini che hanno vissuto momenti difficili nella scelta della soluzione, voluta o non voluta, di perdere la possibilità di avere un figlio.

Di persone che vorrebbero portare un fiore al proprio bimbo mai nato e altre persone che vorrebbero vivere questo lutto in forma intima e addirittura cancellare la terribile esperienza vissuta.
Si tratta, quindi, di un coacervo di problematiche, umane, psicologiche, amministrative, sanitarie, gestionali, anche economiche talvolta, che impattano con posizioni spesso ideologiche:
E non è facile la risposta alla domanda:
dove comincia la vita, dal concepimento o dopo? E quando, se dopo?
Abbiamo deciso di scrivere alcuni articoli di approfondimento. Una serie, per dare gli strumenti per meglio comprendere l’attuale normativa di riferimento per prodotti abortivi, feti e nati morti, nonché le norme di principio cui ispirarsi per un aggiornamento della regolamentazione e, infine, gli orientamenti legislativi emersi nella ultima legislatura e quelli che si confronteranno nel futuro Parlamento, atteso il fatto che non si può prescindere da orientamenti internazionali in materia.



Roma, 1 set. (askanews) – Fratelli d’Italia rilancia la proposta di legge sulla sepoltura dei feti anche senza il consenso della madre e il Pd va all’attacco.
A riproporre il tema è il senatore Luca De Carlo, che a Tpi, annuncia l’intenzione di ripresentare il provvedimento di cui era primo firmatario. “Se sembra normale che una vita venga smaltita come un rifiuto speciale, a me no. Io credo che sia vita pure sotto le 28 settimane”, dice. “Una donna che decide per ics motivi, forzata, di interrompere la gravidanza, avrà il diritto di poterlo fare, e il feto avrà il diritto di essere seppellito”, aggiunge.

Parole che suscitano l’indignazione del Pd. Per la senatrice Monica Cirinnà “è una proposta profondamente sbagliata, che lede l’autonomia e la dignità delle donne che scelgono di interrompere la gravidanza”.
“Piuttosto che pensare a irrealistici obblighi, che espongono la donna a un inutile aggravio psicologico ed emotivo, bisognerebbe assicurare – sottolinea – la piena applicazione e il miglioramento delle leggi esistenti”.

Critiche arrivano anche dalla dem Valeria Valente, presidente della commissione sui Femminicidi, secondo cui la proposta “è un orrore” che “dimostra tutto il disprezzo di Fdi per le donne, la loro libertà e il principio di autodeterminazione”. “Noi lo impediremo”, assicura.
Indignazioni viene espressa anche da PiùEuropa. “Solo chi ha disprezzo per le donne può giustificare con il rispetto della vita la pratica barbara di seppellire i feti senza il consenso delle madri. E queste persone si candidano a guidare il Paese? Forse credono che l’Italia sia l’Ungheria, ma qui da noi prevaricazioni dei diritti così ignobili non sono accettabili” sostiene Ilaria Donatio, candidata capolista per +Europa nel plurinominale di Bari.

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