Legambiente e l'ampliamento del cimitero di Brindisi

Enrico Favuzzi, presidente del Circolo Legambiente “Tonino Di Giulio” di Brindisi, ha inoltrato un esposto al Sindaco di Brindisi, al Soprintendente per i beni e le attività culturali e p.c. al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi sull’ampliamento del cimitero di Brindisi.
Di seguito il testo integrale del documento:

L’ampliamento del cimitero comunale di Brindisi è da tempo un problema per la nostra città.
Con deliberazione del Consiglio Comunale n° 41 del 31.03.2003 furono approvati il programma triennale delle opere pubbliche 2003-2005 ed i bilanci, preventivo e pluriennale, 2003-2005.
In tale sede, inoltre, venne rivisitato il progetto di ampliamento del cimitero, risalente al 1997, in cui si prevedeva la realizzazione – a ridosso della viabilità SISRI – di 6080 loculi, di cui 1280 ossari e di 390 lotti per edicole funerarie. Tale progetto fu eseguito solo in parte.
Con deliberazione di Giunta Municipale n° 152 del 03.04.2003 è stato modificato il primo progetto succitato, e ne è stato approntato un secondo, che prevedeva l’ampliamento accanto alla chiesa ed alle mura perimetrali a cui sono adiacenti molte edicole di pregio storico-artistico. Chiesa e mura sono vincolate e tutelate da prescrizioni, come disposto dal Decreto Legislativo n° 490 del 1999 (cosiddetta legge Meandri) e dal successivo “Codice Urbani”. In subiecta materia il progetto preliminare veniva approvato ai sensi dell’art. 1 della L.n° 1 del 03.01.1978 “dichiarando le opere previste di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti e chiedendo al Consiglio Comunale di acquisirlo ad integrazione delle opere pubbliche”, ciò che avvenne con dichiarazione consiliare n° 45 del 18.04.2003.
Avverso tale decisione il sig. Piero Picardi, cittadino brindisino, presentò una proposta alternativa che prevedeva l’ampliamento dell’area cimiteriale su terreni di proprietà dello stesso Comune di brindisi e non di privati, verso via Provinciale per Lecce.
Il Sindaco dell’epoca, Giovanni Antonino, sottopose a verifica tecnica tale proposta, sulla quale il Dirigente alla Ripartizione Lavori Pubblici, ing. Piero Cafaro, si espresse negativamente, sostenendo vieppiù in una nota di riscontro del 25.06.2003 diretta al Difensore Civico, che “non ha lungimiranza amministrativa” rispetto all’acquisizione di terreni privati, impropriamente equiparati a terreni agricoli, anche perchè avrebbe richiesto “una lunga procedura” essendo l’attuale recinzione vincolata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Tale parere dirigenziale fu espresso anticipando, con “lungimiranza amministrativa” , il parere della Soprintendenza ai Beni ambientali, paesaggistici e storici che non si vuole giudicare per l’ovvia conseguenza della formulazione dell’intervento di smontaggio della muratura su Via Provinciale per Lecce, niente affatto obbligatoria, ma prevista dal Comune. Infatti il parere della soprintendenza, negativo, e pervenuto al Comune in data 20.10.2003, è legato esclusivamente alla “valenza storico-architettonica della muratura di recinzione esistente”, il cui spostamento non era giudicato rispettoso del contesto ambientale in cui questa era collocata.
Quindi ad oggi, in merito all’ampliamento verso viale Arno che interessa la muratura di recinzione e le attigue edicole funerarie, antecedenti a quelle su Via Provinciale per Lecce e – soprattutto – la chiesa, beni vincolati la cui visibilità, la godibilità, il cui contesto ambientale verrebbero significativamente deturpati dalle opere da realizzare e dal muro di recinzione alto 4 metri, ovvero in merito al progetto di ampliamento cimiteriale di cui ci si occupa, nessun parere apparrebbe essere stato richiesto, né risulterebbe agli atti, evidentemente perché incredibilmente non richiesto.
Il parere negativo alla proposta formulata dal sig. Picardi appare ai nostri occhi superficiale e privo del necessario supporto tecnico/culturale. Mentre la scelta unidirezionale del Comune, nel caso dell’ampliamento verso viale Arno – come motivata dalla deliberazione di approvazione definitiva del progetto preliminare dal Commissario Prefettizio con atto n° 20 del 13.04.2004 – partirebbe dalla necessità di realizzare ulteriori 250 lotti per edicole funerarie private, di 2030 loculi e di 460 ossari.
In base a questo quadro di riferimento, francamente da dimostrare, veniva autorizzata l’eliminazione di parte di via Villanova, utile oggi come viabilità secondaria, si autorizzavano soluzioni per parcheggi e percorsi viari niente affatto migliorative, anche dal punto di vista della sicurezza stradale, si prevedeva l’acquisto – da garantire attraverso la vendita di lotti per edicole private – di terreni privati impropriamente definiti agricoli, ma in realtà tipizzati come F2- servizi – e destinati anche a locali commerciali per fiorai, difficilmente qualificabili come indifferibili ed urgenti e sottraibili a valutazioni di mercato.
Legambiente non sostiene affatto l’ampliamento proposto verso via Provinciale per Lecce.
Invero ritiene:
• Superficiale e parziale la procedura in corso di esecuzione e relativa all’area limitrofa a Viale Arno
• Necessario rivalutare l’effettiva richiesta di edicole funerarie private, che pare molto più condizionata dalle potenziali conseguenti entrate nelle casse comunali che da una puntuale verifica sull’effettiva domanda
• Fondamentale compiere un’analisi accurata sulla possibilità di recuperare vecchie edicole funerarie abbandonate ed in totale degrado

Legambiente chiede:
• la revisione delle istruttorie condotte e la puntuale espressione del parere della Sovrintendenza
• il pieno rispetto dell’art. 28 della L. 166 del 2002, che attribuisce al Consiglio Comunale il compito di decidere in merito a nuovi cimiteri o all’ampliamento di quelli preesistenti, anche in deroga all’entità dell’area di rispetto circostante, fra l’altro “tenendo conto degli elementi ambientali di pregio dell’area”, cosa che non è affatto avvenuto nel caso specifico.

Ai destinatari della presente si chiede di agire, in ragione delle rispettive competenze, anche in autotutela e vieppiù per evitare che siano compiuti atti e/o conseguenti reati ovvero, qualora si fossero concretizzati, in fattispecie penalmente tipiche che possano essere portate ad ulteriori conseguenze.

Il presidente
(prof. Enrico Favuzzi)

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