Le scelte di sepoltura per un gay

Ben pochi vogliono affronatre l’argomento. Ma esiste pure la situazione che viene descritta di seguito, tratta dal sito famigliafantasma.freewordpress.it

Ivan Dragoni e Gianni delle Foglie si amano e convivono da molti anni.
Nel 1992 sono stati simbolicamente sposati in Piazza Scala da Paolo Hutter.

Una mattina Gianni ha un forte dolore al petto.
Chiamano l’ambulanza e vanno insieme in ospedale. Ma una volta arrivati Ivan non è più l’interlocutore di niente e nessuno. In teoria non ha diritto ad avere nessuna interazione con il paziente.

Tutto quello che Ivan potrà fare (vederlo, toccarlo, averne cura, essere informato) può farlo solo per “intercessione” dei parenti di Gianni presso la struttura ospedaliera. Tutto questo anche quando c’era da capire la causa di alcune complicazioni (che hanno portato poi alla morte di Gianni) e quando c’era da decidere a quali cure sottoporre Gianni.

Dopo la morte, ogni decisione è stata in mano esclusivamente ai parenti: cerimonia, donazione degli organi, cremazione e conservazione delle ceneri. Bastava un solo fratello contrario alle volontà di Gianni, e la volontà dei fratelli sarebbe stata esecutiva.

Né durante la malattia, né dopo la morte, Ivan non ha apposto una sola firma su nessuna documentazione.

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2 thoughts on “Le scelte di sepoltura per un gay

  1. di queste storie io credo ce ne siano molte altre sia di omo che di etero “uomini senza diritti” in nome di che cosa? chi tutela chi?l o Stato chi sta tutelando? quale famiglia ha in mente lo Stato e quale famiglia c’è nel mondo reale?

  2. I famosi e tanto vituperati “Pacs” avrebbero, proprio dovuto introdurre la possibilità di atti di disposizione (in termini morali, affettivi o di pietas come in questo caso) non legati allo jus sanguinis o al rapporto di coniugio.

    Nella polizia mortuaria vige pur sempre il principio di poziorità (= potere e prevalenza) enunciato dall’Art. 79 comma 1 DPR 10 settembre 1990 n. 285.

    Si ha notizia (pubblicata su L’Informatore/Feniof dell’ottobre 2005) di un regolamento comunale di polizia mortuaria adottato dalla municipalità di Udine in cui si sarebbero estesi diritti in materia funebre e cimiteriale alle famiglie di fatto sulla scorta di quanto previsto dalla legge n.1228 del 24/12/1954 e dal DPR n. 223 del 30/5/1989, anche se quest’interpretazione così futuristica e “liberal” sembra confliggere non poco con il Titolo V del Codice Civile (Art. dal 74 al 78).

    Agli effetti concreti, a persone legate tra loro attraverso un semplice rapporto di convivenza sarebbero stati riconosciuti diritti in merito a:

    1) Fornitura gratuita dei feretri per le famiglie bisognose;

    2) Conferimento dell’incarico per il trasporto di salme e cadaveri;

    3) Scelta del luogo di seppellimento e accesso ai cimiteri di frazione;

    4) Decisione in tema a inumazione, tumulazione, estumulazione, recupero degli oggetti dei propri cari;

    5) Scelte in merito alla cremazione;

    6) Affidamento personale (e non solo famigliare) delle ceneri

    7) Dispersione delle ceneri

    Non sappiamo, però, se tale regolamento sia stato omologato anche ai sensi dell’Art. 345 Regio Decreto n. 1265/1934.

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