Le prime impressioni su TANEXPO dal nostro inviato

Riceviamo e pubblichiamo il primo resoconto di un nostro inviato alla Fiera.

TanExpo 2010 si presenta in modo accattivante, ormai , per antonomasia, la kermesse dei servizi funerari.
Tutta l’esposizione si articola su alcuni padiglioni contigui, senza bisogno di ascensore o scale per accedere ai vari stand.

In attesa dei primi riscontri sui seminari che si terranno nel primo pomeriggio d’obbligo qualche riflessione.

Si nota subito un orientamento piuttosto “sbilanciato” in favore delle imprese funebri, i veri soggetti economici protagonisti dell’evento. La materia cimiteriale appena accennata con qualche nuova soluzione per moduli prefabbricati in metallo, da cui ricavare cellette ossario e loculi.

Cassette ossario e contenitori per resti mortali non sembrano riscuotere particolare interesse e, di fatto, sono relegati in posizione poco visibile ed appetibile.

Grande importanza ,come sempre, dedicata al vero oggetto principe del funerale, ossia la cassa.

I cofani proposti ricalcano le linee tradizionali del design italiano, non mancano per alcuni progetti di rottura con il passato, grazie a forme più audaci e taglienti.

Spigoli rastremati, bordi obliqui, quasi spioventi e movimenti curvilinei imprimono grande plasticità alle masse lignee, alleggerite ulteriormente da modanature ed intagli.

Il prodotto italiano punta molto sull’immagine, con decorazioni personalizzabili e nuovi motivi ornamentali tratti soprattutto dall’arte sacra, con un tratto molto stilizzato, minimale, quasi postmoderno. Bella la fusione tra diverse essenze e materiali: il legno perfettamente levigato si sposa molto bene con superfici di vetro lavorato, dal quale promanano riflessi caldi, armoniosi.

Secondo molti costruttori le norme regionali in merito alle tecniche costruttive delle casse sono una vera iattura perché costringono a laboriose interpretazioni in base alla competenza territoriale, mentre il mercato per esser davvero efficiente avrebbe bisogno di realizzare economie di scala e sinergie, grazie alla produzione standardizzata ed ormai industriale.

Onestamente, per, l’Italia non brilla certo per la fantasia funeraria, in Europa già da anni si realizzano cofani con materiale “povero”, senza, per forza, dover ricorrere sempre e solo al legno, qualche azienda si assunta il rischio di lanciare, anche grazie alla risonanza della fiera, casse ecologiche, o meglio, ecocompatibili, anche grazie ad alcune leggi regionali in proposito.

Se la cassa si deprezza, a causa di nuove tendenze più francescane ed austere in tema di cerimonie esequiali, le imprese dovranno cambiare radicalmente filosofia, privilegianto alla somministrazione di beni materiali (cassa in primis) l’erogazione di servizi complessi, in cui il valore aggiunto sia dovuto, principalmente, alla professionalità dell’impresario. E’il caso delle cure estetiche per l’esposizione “a cassa aperta” dei defunti. Ecco allora un minicorso di tanatoprassi e tanatoestetica cui ci si pui scrivere gratuitamente.
Necroforo

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Carlo Ballotta

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2 thoughts on “Le prime impressioni su TANEXPO dal nostro inviato

  1. Oddio, la domanda è davvero “tosta”, anche perchè non c’è molta letteratura tecnico-scientifica in matera cimiteriale, almeno in tema di luculi areati.

    In ogni caso il cosiddetto “loculo areato” si presenta, fondamentalmente, in queste due fattispecie.

    1) cella (non necessariamente in muratura) impermeabile sulle pareti laterali e sul fondo, ma con uno sfogo per i gas putrefattivi, praticato sulla tamponatura (a ridosso della lapide, quindi sulla bocca d’ingresso del coculo stesso), munito di apposita valvola depuratrice, sulla falsariga del dispositivo a depressione adottato, ex Art. 77 DPR 285/1990, all’interno dei feretri da tumulazione, per evitarne lo “scoppio”)

    2) nicchia o vano predisposti per accogliere un feretro con tamponatura e pareti laterali ermetiche, ma con condotto di sfogo ricavato sul fondo, dove, anche grazie alla pendenza del piano d’appoggio del feretro, possono raccogliersi i liquami cadaverici (in un pozzetto di decantazione posto alla base del colombario), mentre i gas putrefattivi, più rarefatti e leggeri, rispetto all’aria, sono convogliati in un camino, munito di valvola depuratrice.

    Nell’uno e nell’altro caso il filtro con carboni attivi atto a depurare i fetidi gas della putrefazione cadaverica dovrà garantire un’autonomia almeno pari al periodo legale di sepoltura (10 anni per i loculi areati).

    Ovviamente l’atto di concessione, in sede di stipula dello stesso, ed il regolamento comunale di polizia mortuaria dovranno, parimenti, inibire l’apertura del loculo (se non per casi del tutto eccezionali, come, ad esempio, su richiesta dell’autorità Giudiziaria) prima del completo decorso del tempo di sepoltura legale, proprio perchè nel loculo areato la bara non è confezionata con la duplice cassa a tenuta stagna e, così, rimuovendo la parete di chiusura si libererebbero, nell’ambiente circostante, i miasmi cadaverici.

  2. Buon giorno, interessante quella famosa azienda che propone i loculi aereati, ho gentilmente chiesto informazioni sul funzionamento delle valvole (ipotizzo a carbon attivo) e se dovessero essere sostituiti i carbona ttivi, non mi hanno saputo rispondere, mi invieranno comunicazioni in merito, attendo in quanto sarà interessante conoscere l’omologazione degli stessi.
    Vi richiedo un vs. parere.
    grazie
    a.v.

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