Riportiamo alcuni passi di un articolo di Giampiero Milanetti, su www.ilgiornale.it del 21 ottobre 2007. Chi volesse leggere l’articolo integrale clicchi qui
«Da quando è subentrata l’Ama nel 1999 – racconta sdegnata una fioraia che ha da 50 anni il banco all’ingresso del Pincetto – ogni giorno è peggio: rubano di tutto, fiori, ceri, lampadine, arredi, metallo. Tanti ci abitano pure: una ragazza si è addirittura ricavata un monolocale in una cappella abbandonata. Una volta l’ho vista che si faceva il bidé con un secchio vicino a una fontanella, senza nessun pudore. E poi fanno i bisogni dappertutto: la stilista Fendi ha trovato escrementi sulla sua tomba al Pincetto. D’altra parte non ci sono più il portiere, i guardiani e i vigili che facevano la ronda con le biciclette».
Il piano comunale di videosorveglianza per il cimitero monumentale (annunciato nell’aprile 2006 e posticipato all’inizio di quest’anno), in realtà non è mai stato attuato. Messo a punto dall’ex colonnello dei carabinieri Vittorio Borghini, direttore dei servizi cimiteriali del Campidoglio, il piano prevedeva, come si ricorderà, una rete di telecamere senza fili su tutti i 78 ettari del Verano e una sala operativa dei vigili urbani. Spesa prevista: tra i 600mila e gli 800mila euro.
«Le telecamere non sono state ancora installate», spiegano all’Ufficio relazioni con il pubblico dell’Ama di via del Verano. «Però il servizio di vigilanza è stato potenziato».
In realtà, nel corso di un sopralluogo di tre ore nella parte storica (Pincetto, Quadriportico e Rampa Caracciolo), la più saccheggiata e profanata, non abbiamo visto alcun vigile del terzo gruppo, sorvegliante dell’Ama o volontario dei carabinieri in congedo. Siamo stati testimoni, invece, della disperazione di due coniugi che hanno trovato la propria cappella usurpata da senzatetto e ladri di tombe.