La Socrem di Torino dalle colonne del Giornale pone 3 interrogativi sugli effetti dell’attuale testo di riforma del settore funerraio, attualmente in sede referente presso la commissione XII al Senato. Di seguito si riporta un estratto dell’articolo dal titolo “Cremazioni, dopo 80 anni ecco il testo unico. “Una pratica antica e rispettosa” apparso sul quotidiano il giornale del 11/02/2010 a firma di Andrea Cuomo:
“Il primo riguarda i cimiteri. Il testo di legge prevede la «costruzione di nuovi edifici o il cambio di destinazione d’uso di edifici preesistenti situati all’interno dei centri abitati da destinare alla collocazione di urne cinerarie o di cassette di resti ossei». Insomma, le ceneri sarebbero «ghettizzate» in cimiteri-satelliti, snaturando le tradizionali ragioni che hanno alimentato il bisogno della comunità di perimetrare il proprio territorio intorno ai luoghi del pianto, del lutto e del ricordo. Il cimitero moderno affonda le sue radici nella dimensione laica dello Stato e nel principio di uguaglianza dei cittadini affermati dalla Rivoluzione Francese, principio che rischierebbe di essere vanificato nel caso di una proliferazione di luoghi simili ai cimiteri.
Secondo aspetto critico i crematori, che il legislatore prevede possano essere costruiti «da operatori pubblici o privati che comprovano il possesso di idonee garanzie sulla propria solidità economica e finanziaria». Ma la Socrem ha paura che questo faccia nascere un «business» della cremazione che non si concilierebbe col rispetto per la dignità dei parenti e del defunto. Da questo punto di vista la permanenza dei crematori all’interno dei cimiteri ne garantirebbe il monitoraggio e assicurerebbe uniformità e trasparenza del servizio. Infine la trasformazione delle ceneri, che qualcuno ama fondere in monili o altri oggetti. Una pratica irrispettosa e anche illegale (l’articolo 411 del codice penale tutela l’integrità dei corpi dei defunti, ai quali sono equiparare le ceneri come risultato definitivo del processo di cremazione) che però il legislatore sembra consentire nel caso di il defunto non abbia manifestato volontà di dispersione o di tumulazione in cimitero, vale a dire nella maggior parte dei casi. «La cremazione – dice il presidente di Socrem Torino, Piero Ruspini – è una pratica antica e rispettosa delle spoglie umane ed è un processo di trasformazione completo e definitivo che esclude ulteriori interventi trasformativi estranei alla nostra cultura».