A volte ci si chiede cosa ne pensa la gente comune di quel che avviene nei cimiteri, della cremazione. Quanto riportato su un blog, in cui ci si è imbattuti girovagando nel web, può essere utile a capire certi fenomeni.
Nello scritto, di cui si riportano solo taluni brani e a cui si rimanda per una lettura, emergono posizioni anche particolari sulla cremazione e sulla esumazione, ma soprattutto l’approccio alla persistenza del ricordo di un proprio caro defunto.
Forse sono antropologicamente contraria alla cremazione.Anche se il testamento orale che professo da 15 anni auspica la dispersione delle mie ceneri dai pinnacoli rocciosi di Capodorso e un cannibalismo simbolico delle stesse da parte dei miei cari che avranno premura- quando sarò mancata al loro affetto – di confezionare una torta con qualche cucchiaiata dei resti mortali per mangiare un pezzettino di me (NO, non è macabro!)…
…. Comunque mi sono ricordata del 23 febbraio brinoso del 1998, giorno in cui accompagnai la nonna ad esumare il suo Minicuccio. Ho un ricordo acquamarina: la muffa che tingeva di verde la sala mortuaria e la muffa color turchese che formava piccoli cerchi sulla fronte del nonno, cui lerba spuntava tra i capelli. La nonna gli sistemava sempre la tomba con lo stesso piglio con cui riassettava il letto. Ed era serena nel ritrovarlo lì, al quadrato 8, molto più di quando lo recuperava al bar di Capocasale dopo ore a ciabattare tra i vicoli ….
L’intero scritto è rinvenibile al seguente link La signora delle ossa