Alain Geannot, un fiorista francese di grande successo, ci svela i segreti ed i gusti dei nostri colleghi d’oltralpe.
In occasione dei funerali realizziamo composizioni con fiori di diverso genere, spaziando dalle delicate orchidee alle più classiche rose.
Queste due specie sono indicate per tutti i momenti dell’anno, mentre più legate alla stagione primaverile sono tulipani e fresie.
È importante, in ogni caso, una certa elasticità creativa, sarebbe un errore imperdonabile proporre solo soluzioni preconfezionate, dobbiamo, invece, esser molto duttili e saper improvvisare accostamenti alle volte anche bizzarri, per recepire i sinceri bisogni della clientela.
La giusta scelta dei fiori, assieme un felice abbinamento tra colori della cassa, dell’imbottitura e delle ghirlande, infatti, è in grado di aggiungere valore emotivo alla cerimonia esequiale, caricando il pur sempre mesto rito d’intensissime suggestioni e profondi richiami ideali.
Qui in Francia il cuscino o la croce non dominano tra gli addobbi floreali che la gente richiede; sono troppo scontati e poi dalle nostre parti non è così forte il primato morale della chiesa sulle scelte stilistiche delle famiglie.
Anche i paesaggi del cimitero risentono di questa tendenza alla personalizzazione del lutto tipica di un individualismo di massa ormai maturo e diventano sempre più articolati, grazie alle nuove interpretazioni della nostra ritrovata sensibilità occidentale verso le pratiche funerarie.
Chi ci seguirà in questo cammino terreno, un giorno, forse, da qualche parte nel mondo, si domanderà per quale motivo, noi uomini del 2000 abbiamo scelto un certo tipo di vegetazione per adornare le nostre tombe, siccome in quel momento storico, da noi ancora così lontano, altre piante forniranno nuovi significati all’antichissima simbologia del culto sepolcrale.
L’immaginazione umana senza dubbio tradurrà la crescita veloce e tumultuosa dell’eucalipto, la longevità delle piante secolari e l’appassionata tonalità cremisi[1] del garofano in nuovi, dolcissimi messaggi d’ideale salvezza dal buio della morte.
I fiori rappresentano un linguaggio universale d’amore e commozione, sono, forse, uno tra pochi codici eterni e perfetti capaci di parlare direttamente al cuore, proprio perché appartengono ad un universo semantico illimitato.
In essi da sempre, si traducono quelle emozioni così profonde e sfuggenti che tonalità e delicati profumi rendono vive ed irripetibili attraverso le loro infinite sfumature.
Il nostro animo ha bisogno di segni materiali per sfuggire alla paura del nulla.
La margherita, con la sua semplicità di fiore di campo è sinonimo d’innocenza.
Il giglio, poi, con i petali candidi ed il suo profumo inebriante simbolizza la purezza ed è fortemente legato alla devozione verso la Vergine Maria ed alla cristiana certezza della resurrezione nell’ultimo giorno.
Un fiore di calla, con la sua corolla così carnosa, invece, è simbolo di un’unione mistica con i nostri cari, capace di vincere l’angoscia della morte, specialmente se vissuta nel sacro vincolo del matrimonio.
Questa decorazione, allora, è davvero consigliata com’ estremo omaggio floreale che il coniuge superstite indirizza alla persona amata ormai scomparsa.
Il giglio di valle è, invece, da sempre associato all’idea di purezza ed umiltà.
In Francia il negozio del fiorista, soprattutto in caso di servizi funebri, deve essere luminoso ed elegante.
È importante ripartire bene lo spazio espositivo con soluzioni d’arredamento che possano creare un ambiente confortevole in cui muoversi a proprio agio, con naturalezza.[1] Color Cremisi: sfumatura di rosso molto acceso