Emotivamente, la questione dei cimiteri di Gerusalemme e’ uno dei nodi piu’ delicati per gli israeliani e palestinesi, mentre i negoziati stanno per ripartire. Il piu’ vasto cimitero ebraico della citta’, quello del Monte degli Ulivi, si trova infatti in aree che dovrebbero essere incluse nel futuro stato palestinese. E un secolare cimitero islamico teatro di recenti frizioni, quello di Mamilla, e’ nel settore Ovest della citta’. Alla fine dei tempi, secondo la fede ebraica, i primi a risorgere saranno quanti furono sepolti nel cimitero del Monte degli Ulivi: un groviglio quasi inestricabile di tombe e di lapidi plurisecolari. Alcune anche millenarie. Uno sperone roccioso difficile da scavare: per cui non ci sono file ordinate, ma una teoria di cortili suddivisi secondo le origini geografiche o le correnti religiose dei defunti. Una selva di 120 mila tombe e lapidi, molte delle quali erose del tempo o danneggiate nei lavori di sbancamento condotti fra gli anni 1949-1967, quando le autorita’ giordane erano impegnate ad allargare la strada che da Gerusalemme est porta a Gerico. Ora il cimitero cambia volto. Ai suoi margini sono stati approntati parcheggi e telecamere di sorveglianza. Le lapidi danneggiate sono restaurate. E’ stato anche avviato un progetto di computerizzazione che ha memorizzato 20 mila tombe. Chi voglia visitare la tomba di un congiunto, anche remoto, ne digita il nome su un computer e poi stampa il percorso che lo guidera’ nel dedalo fino a destinazione. Il numero dei visitatori e’ in continua crescita.
Dietro all’iniziativa c’e’ una associazione nazionalista attiva nello sviluppo dell’area archeologica ebraica della ‘Citta’ di Davide’ nel vicino rione palestinese di Silwan, alle pendici della Citta’ Vecchia e della moschea al-Aqsa. Religione, archeologia, storia, politica ed interessi economici spesso si accavallano a Gerusalemme creando gineprai nei quali la diplomazia stenta a districarsi: un’eventuale inclusione di questo cimitero nel futuro Stato palestinese rischia di scatenare reazioni altamente emotive negli ambienti religiosi e nazionalisti in Israele. Pochi chilometri piu’ ad ovest un altro cimitero, quello islamico di Mamilla, scatena pure passioni politiche. Si tratta di un rettangolo di terra compreso fra un moderno centro commerciale, alberghi di lusso, strade trafficate, un parcheggio sotterraneo ed una zona di evasione pullulante di bar e caffe’. Secondo la tradizione, vi sono sepolti anche luminari dell’Islam e combattenti del Saladino uccisi nelle battaglie fra i Crociati. All’inizio dell’anno, con l’assenso del municipio, il Movimento islamico ha stanziato 100 mila dollari per ripulire la zona e restaurare le lapidi.
Ma alcune settimane fa ispettori del municipio hanno notato che il numero delle lapidi era cresciuto in maniera sospetta e hanno inviato le ruspe per rimuovere quelle definite ”fittizie”. Una misura che ha inasprito gli animi della popolazione islamica e che ha subito innescato manifestazioni di protesta.