Per Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, le parole dell’assessore Lidia Ravera sui cimiteri dei bimbi mai nati sono frutto “dell’espressione di una opinione personale che non può essere considerata un indirizzo di governo”. Zingaretti lo ha detto intervenendo pochi giorni or sono nella seduta dell’aula legislativa nata appunto dalle parole dell’assessore alla Cultura. Zingaretti ha detto che “respingere ogni tipo di strumentalizzazione mediatica ed ogni esasperazione ideologica sia l’unica strada da seguire per promuovere un confronto costruttivo, un dialogo nel rispetto delle idee e delle scelte delle persone nella loro diversità”, ha sottolineato il presidente della Regione. “La giunta – ha proseguito – è impegnata a dare un nuovo impulso all’attività dei consultori che hanno subito una contrazione dei servizi e un taglio di risorse per migliorare le strutture. Abbiamo avviato un percorso nuovo per voltare pagina con la partecipazione delle associazioni. Entro primi mesi del 2014 presenteremo un piano di interventi organico per il rilancio di queste politiche a sostegno delle donne e della vita in questa regione e sarà necessario coinvolgere il consiglio in queste scelte”. “Purtroppo – ha proseguito Zingaretti – in questi anno nel Lazio si è difesa la vita più con le parole che con i fatti”.
“Con le su parole la Ravera ha ridicolizzato le volontarie per la vita che da oltre 30 anni si battono per difendere due vite, quella della madre e quella del bambino”. Questa è l’opinione del consigliere regionale del Lazio della Lista Storace Olimpia Tarzia intervenendo in aula in merito alle parole espresse dall’assessore alla Cultura, Lidia Ravera, sui cimiteri dei bimbi mai nati. “Quando lei parla di ‘grumi di materia’ riovolgendosi ai giornali – prosegue Tarzia – deve ricordarsi che non sta parlando al bar con le amiche”. Ravera, ha poi proseguito l’esponente di minoranza in Regione Lazio “ha chiesto scusa al giornale ma doveva venire a riferire in aula”. “Riguardo a quanto detto da Zingaretti non lo ritengo sufficiente,ma è importante come apertura”. “Ridiamo il via alla riforma dei consultori in questa regione”. Poi, in conclusione: “La Ravera è una assessore alla Cultura: un po’ di cultura scientifica non gli farebbe male”.
“Mi dispiace che lei sembri dispiaciuto di essere venuto in aula per discutere affermazioni gravissime del suo assessore”. Ha esordito così nel suo intervento il leader de La Destra, Francesco Storace. “Le scrissi in un messaggio personale quanto ero soddisfatto dell’assessore Ravera – ha proseguito -. Non ho pregiudizi, ma lei la deve rimandare a casa questo assessore”. Lo ha detto il leader de La Destra e vicepresidente del Cosniglio regionale del Lazio, Francesco Storace, intervenendo in aula in merito alle parole espresse dall’assessore alla Cultura, Lidia Ravera, sui cimiteri dei bimbi mai nati.
Nella replica Zingaretti ha detto: “A chi mi chiede le dimissioni dell’assessore Lidia Ravera rispondo che se vanno indietro ad alcuni mesi fa, l’allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno, disse di non voler andare al corteo dei gay perché era di parte. Poi però ando’ con la fascia tricolore da primo cittadino, insieme a Militia Christi, e dette anche il patrocinio, a un corteo contro una legge dello Stato”. Lo ha detto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, replicando durante il dibattito in Aula delle Pisana sulle alle parole espresse dall’assessore alla Cultura, Lidia Ravera, sui cimiteri dei bimbi mai nati. Il riferimento è a una manifestazione del 12 maggio del 2012 a cui il primo cittadino offri’ il patrocinio e prese parte insieme ad esponenti dei movimenti per la vita. In quell’occasione, ha ricordato il governatore laziale, “ero un rappresentante delle istituzioni e non proferii verbo, anche se a mio avviso lui sbaglio’ ad andare in prima fila a un corteo che offese moltissimi cittadini e cittadine che bisognava tenere in considerazione. Io non ho cambiato idea, difenderò il diritto a esprimersi di tutti finché ciò non offende i diritti degli altri. La discussione sulla gravidanza assume troppo presto una chiave ideologica. Noi a mio giudizio – ha concluso Zingaretti – dobbiamo disertare questo livello dello scontro che a volte rischia di utilizzare l’essere umano come terreno politico”.