La morte non si può appaltare

Sono già 300 i cittadini che hanno firmato la petizione popolare promossa “La morte non si può appaltare” dal Partito Democratico contro l’ipotesi di privatizzazione del cimitero di San Lazzaro, nel capoluogo di Viterbo, e dei cimiteri delle frazioni di Grotte Santo Stefano, Bagnaia, S. Angelo, Roccalvecce, Fastello e San Martino. Le firme sono state raccolte il 20 eil 13 novembre 2010 , su iniziativa del II Circolo del Pd, in viale Bruno Buozzi, nel quartiere Pilastro. “Il cimitero è un luogo sacro, rappresenta un patrimonio sotto il profilo affettivo, storico, culturale e religioso, come è scritto nel documento, che sarà consegnato al sindaco una volta conclusa la raccolta delle adesioni. Non ci stupiscono, dunque, tante firme in poche ore -dice Christian Scorsi, coordinatore del Circolo-. Sabato mattina 27 novembre 2010, saremo di fronte alla sede del Circolo per consentire ad altri cittadini di firmare”. “L’idea della petizione è nata dopo la presentazione di una mozione del Pd in Comune contro l’affidamento dei servizi cimiteriali a privati -spiega Scorsi-. Non possono essere date in appalto la cura e la pietà dei nostri defunti. Chiediamo agli amministratori comunali rispetto per i morti e per la memoria che nei cimiteri viene conservata, per le migliaia di cittadini che ogni giorno frequentano questi luoghi. È questo l’aspetto che ci sta più a cuore. Ma c’è anche un’altra osservazione da fare. La gestione dei cimiteri, come hanno rilevato i nostri consiglieri, è in attivo economicamente. A chi giova, dunque, l’appalto? Di sicuro non ai cittadini”. “Ci auguriamo che almeno stavolta il Comune tenga conto della volontà dei viterbesi”, conclude il coordinatore.

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