L’assessore ai servizi civici del Comune di Milano, Stefano Pillitteri, ha dichiarato ieri che l’emergenza cremazioni sarà risolta entro la fine di marzo 2009. Nel frattempo ci si avvarrà di altri impianti di cremazione disponibili: Cinisello Balsamo (quattro salme cremate a settimana), a Novara (due), a Venezia (quattro), a Domodossola (dieci), a Mantova (sei), ad Aosta (due) a Livorno (quindici). Un piano che costerà alle casse di Palazzo Marino più di 160 mila euro. «Chiedo scusa ai cittadini per i disagi», ha detto Pillitteri nel corso della Commissione consiliare convocata sul tema. Scuse che però non servono a placare le polemiche. «È incredibile — secondo Andrea Fanzago (Pd) e Basilio Rizzo (Lista Fo) — che le famiglie dei defunti oggi siano costrette a percorrere centinaia di chilometri per accompagnare i propri cari alla cremazione». Il primo guasto risale all’aprile scorso, ricostruisce l’assessore. Ammissione che fa scattare nuove accuse: «Si doveva intervenire, perché in base ai dati forniti era chiaro che al primo incidente ci saremmo trovati in difficoltà. Ed è incredibile che il Comune non abbia disposto subito la riparazione dei forni». Pillitteri ha poi dato notizia che la delibera per la creazione di una società esterna di gestione dei cimiteri milanesi (la Misef) sarà per il momento accantonata. Così come bloccate sono almeno per ora le dismissioni delle tombe di famiglia.