“Il mutamento culturale in corso non ha prodotto nel nostro Paese una riduzione nella diffusa richiesta di funerali rivolta alla Chiesa cattolica. Forse non siamo lontani dalla realtà, se diciamo che quella di celebrazioni funebri resta la richiesta più alta in percentuale rispetto a quella avanzata per altri – esprimiamoci così – servizi religiosi”: lo ha detto oggi a Roma il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, intervenendo all’apertura dei lavori della Consulta dell’Ufficio liturgico nazionale, presieduta da mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione episcopale per la liturgia. “Il fenomeno – ha proseguito – va adeguatamente studiato e interpretato; infatti, mentre si enfatizza e amplifica la morte – magari attraverso varie forme di spettacolarizzazione o di culto del macabro –, in realtà si tende a sfuggirne il pensiero e a occultarla e rimuoverla o, nel migliore dei casi, a privatizzarla, segnalando così una evidente difficoltà a integrare la morte tra i valori fondamentali della vita”. Mons. Crociata ha poi affermato: “Bisognerebbe chiedersi come si qualifica, in un contesto così tendenzialmente orientato, la persistenza della richiesta di celebrazione religiosa e quali modificazioni even-tualmente subisce l’intenzionalità della richiesta e la comprensione della celebrazione”.
“In una società che spesso dimostra di avere smarrito la grammatica essenziale del morire e della morte, giungendo, a volte, fino a ignorare la dignità di un corpo senza vita, la Chiesa continua a celebrare la morte e a rappresentarla, integrandola pienamente nella vita privata e pubblica”, ha proseguito mons. Crociata nel suo discorso. “Se come credenti in Cristo e come comunità ecclesiale confessiamo la nostra fede nella resurrezione dei morti, nei confronti dell’intera società abbiamo il compiuto urgente, da onorare anche attraverso i riti funebri, di annunciare il senso cristiano e di umanizzare la morte, affermando con forza la dignità di ogni uomo e di ogni donna che muore”. Riferendosi al rinnovo del Rito delle Esequie, ha quindi affermato che “sarà uno strumento prezioso e imprescindibile a servizio di una pastorale illuminata di impronta missionaria”. Mons. Crociata ha poi fatto riferimento a un altro argomento in discussione, quello della promozione della conoscenza della “sacra liturgia”, affermando che va continuato lo sforzo di “voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium. Questo cammino, che va proseguito e sostenuto, – ha aggiunto – vedrà nell’ormai prossimo cinquantesimo anniversario della promulgazione della Sacro-sanctum Concilium un momento favorevole”.