Islamici chiedono spazi cimiteriali a Roma

Il Centro Islamico Culturale d’Italia e il Comune di Roma organizzeranno nel mese di digiuno, durante il Ramadan, quattro progetti sul tema del dialogo interreligioso.

L’iniziativa è stata proposta nel mese sacro per i musulmani, per fortificare le relazioni tra le diverse componenti religiose di Roma e sviluppare così dinamiche in grado di portare a una coabitazione oltre che pacifica anche armoniosa.

Il mese di digiuno quest’anno inizierà il 22 agosto e l’iniziativa coinciderà proprio con questa data. Spiega il segretario generale del Centro Islamico, Abdellah Redouane “Roma ha l’ambizione e la vocazione per essere la città del dialogo grazie alla presenza del Vaticano, della comunità ebraica più antica d’Europa e la moschea più grande del Vecchio Continente”. La Capitale, sostiene il segretario generale, può davvero divenire un modello di convivenza e di dialogo interreligioso, “dove ogni comunità, compresa l’ultima arrivata, quella musulmana, può davvero sentirsi parte integrante”.

Una città dove i rapporti con il sindaco sono ritenuti ottimi, come ricorda Redouane, sia durante la campagna elettorale che dopo, come dimostra la visita del Primo cittadino Gianni Alemanno durante il mese sacro successivo al suo insediamento.

Ma ci sono alcune questioni ancora aperte. “Manca un referente del sindaco per le questioni riguardanti il culto mentre sono diversi i dossier ancora aperti: la circoncisione maschile o i cimiteri per i fedeli musulmani, per esempio”.

“Lo spazio dedicato ai defunti di fede islamica a Prima Porta – afferma il segretario generale – è ormai saturo. Vorremmo, poi, che le autorità locali, Regione in testa, designino una struttura che permetta di praticare la circoncisione dei piccoli in tutta sicurezza”. Ci sono anche questioni legate all’immigrazione in generale, non soltanto quella musulmana. E aggiunge Redouane concludendo: “Al Comune chiediamo di risolvere i problemi legati ai servizi sociali, ai servizi pubblici e all’istruzione, nelle scuole, la nostra richiesta come per altri culti è quella che venga dato maggiore spazio all’insegnamento della religione diversa da quella cattolica”.

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