Il cimitero di Behesht-e-Zahra, situato alla periferia della capitale iraniana, con un’estensione pari ad oltre cinque chilometri, è una delle più grandi necropoli del mondo.
Ospita almeno 1,6 milioni di defunti – tra i quali spicca il santuario dedicato a Khomeini – ed è il principale luogo di sepoltura di riferimento della capitale Teheran.
Tuttavia, secondo quanto affermato dal direttore del cimitero, attualmente fatica a tenere il passo con l’altissimo numero di vittime della pandemia di coronavirus, che si è pesantemente abbattuta sull’Iran.
Né dopo i numerosi terremoti, che – a più riprese – hanno causato tanti decessi, né durante il periodo di guerra con l’Iraq negli anni ’80, che ha pagato un alto tributo in termini di vite umane, il ritmo di sepolture a Behesht-e-Zahra era mai stato così elevato.
Al cimitero attualmente confluisce il doppio del numero di cadaveri rispetto a quello usuale, creando una situazione di grave difficoltà, anche in termini igienico-sanitari, che ha indotto alla costruzione di oltre 15.000 nuovi loculi.
Per le tombe a terra si sono invece previsti scavi, abbastanza profondi da consentire la sepoltura fino a tre corpi in ogni fossa, separati da uno strato di calce e mattoni.
L’Iran ha riportato oltre 715.000 casi di contagio, registrando quasi 40.000 morti ufficiali a causa del Coronavirus. E una buona metà dei decessi per virus nel Paese sono, peraltro, avvenuti proprio a Teheran, gravando così pesantemente in larga parte sul cimitero cittadino.