“Quello dei cimiteri e delle pompe funebri è un settore in cui sono facili le infiltrazioni della malavita. Gli estorsori fanno leva sul momento di particolare fragilità psicologica delle vittime“. Per Franco Roberti, procuratore aggiunto a capo della Direzione distrettuale antimafia, è necessario tenere alta l´attenzione su un “fenomeno che va continuamente monitorato“.
La reazione però deve partire dal basso, da chi subisce soprusi o ricatti, ma anche dalle imprese funebri o dai gestori di cimiteri che operano alla luce del sole.
La rabbia gridata dalla famiglia di Antonio Rocco davanti al cimitero di Soccavo per non dover sopportare dopo una morte assurda anche ricatti altrettanto assurdi è diventata l’emblema di chi si ribella a questo malcostume.
E Roberti si augura che non rimanga un caso isolato:
“È fondamentale che chi viene ricattato denunci“.
Maggiori informazioni potranno trarsi dalla lettura dell’articolo sulla cronaca di Napoli della Repubblica Repubblica .
L’ipotesi di reato – si apprende da alcuni quotidiani – è la tentata estorsione, ma la Procura partenopea vuole indagare su tutta la gestione dei cimiteri cittadini per scoprire se i regolamenti amministrativi comunali vengano rispettati.
La Direzione Distrettuale Antimafia potrebbe acquisire gli atti dell’indagine collegandoli alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Pietro Esposito, ex affiliato ai clan di Secondigliano, secondo il quale la camorra gestisce tutto il complesso dei cimiteri.
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