In Francia l'autonomia unisce

Attualmente i cimiteri musulmani in Francia sono due, a suo tempo creati da privati: a Bobigny e Marsiglia. Il consiglio municipale di Strasburgo ha votato all’unanimità l’8 giugno 2010 la costruzione di un cimitero interamente islamico, che sorgerà entro l’autunno 2011 su 25.000 mq nel quartiere di La Meineau. Il costo del cimitero è circa di 800mila euro, interamente a carico della municipalità. mentre la legge statale non consentiva tale soluzione è grazie all’autonomia della regione Alsazia-Mosella che a Strasburgo si farà il primo cimitero interamente islamico di Francia.

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  1. Secondo un’antica concezione filosofica ed antropologica la vera essenza del diritto è la reale minaccia di una punizione per i trasgressori (non lo dico io, ma un giurista della statura morale di Hans Kelsen) La norma priva di relativa sanzione sarebbe allora “minus quam perfecta” cioè “incompleta” ed in qualche misura inefficace. Ovviamente la sanzione deve esser irrogata da chi detiene il monopolio della forza, ossia dai Pubblici Poteri, se lo Stato è un colabrodo e fa acqua da tutte le parti tutto il castello crolla miseramente. Già il DPR n.285/1990 prevedeva un’unica sanzione amministrativa pecuniaria (Art. 358 Regio DEcreto n.1265/1934 così come novellato dall’Art.16 del D.Lgs. 22 maggio 1999, n.196 da elevare secondo le procedure della Legge 24 dicembre 1981, n.689) del tutto inadeguata ed insufficiente. La prospettiva di dover pagare per violazione al DPR n.285/1990 una somma dai 3 ai 18 milioni delle vecchie Lire (oblabili entro 60 giorni dalla contestazione nella misura più favorevole pari a 6 milioni di Lire, ovviamente da convertire in Euro ai sensi del Decreto Legislativo n. 213 del 24 giugno 1998), può ragionevolmente spaventare un umile affossatore o un necroforo (purchè dipendente), non certo una ditta con un bilancio stratosferico, capace di investimenti possenti e, quasi, esagerati (tipo autofunebre da 300 mila Euro) pur di primeggiare sul mercato. Anche il rischio di un’eventuale sanzione diventa una forma d’investimento: intanto lavoro in nero e mi arricchisco sfacciatamente, poi se un giorno dovessi mai esser scoperto dal Fisco o dall’Ispettorato del Lavoro…mah, si vedrà, poi si può sempre sperare in un condono, magari TOMBALE!!!

    Governare un fenomeno (sociale, economico o politico) significa porre dei limiti e dei divieti; lo slogan ottocentesco ed ultraliberista del “Laissez Faire” (alla lettera: lasciamo l’economia libera di correre senza freni, a briglia sciolta) è, appunto, un po’ datato (ed antico!) anche se mantiene pur sepre un certo fascino, soprattutto nella italica classe imprenditoriale. Gli impresari funebri hanno potuto godere di un’INTERA ERA GEOLOGICA di perfetta stabilità e felice anarchia dove hanno potuto fare il bello ed il cattivo tempo. L’attività funebre, infatti, non è mai stata disciplinata da nessun regolamento di polizia mortuaria in tutta l’epoca postunitaria (la prima legislazione è rinvenibile nel Regio Decreto Regio Decreto 8 giugno 1865 n. 2322, seguirono, poi, il Regio DEcreto n.448/1892 il Regio DEcreto n.1265/1934, Il Regio DEcreto n. 1880/1942, il DPR n.803/1975, il DPR n.285/1990). Le imprese di servizi funerari hanno potuto disporre di sterminate praterie per crescere e macinare profitti stellari, perchè la DEREGULATION è stata totale, siccome non c’è mai stata nessuna norma che imponesse loro di assumere un determinato assetto societario con relativi obblighi (personale dipendente, comprovato possesso di automezzi ed attrezzature…) se non il paragrafo 5 della Circ.Min. n.24/1993, la quale essendo appunto una circolare non è nemmeno annoverabile tra le fonti del diritto. vabbè, dopo un bella abbuffata bulimica colti da raptus suicida gli impresari si scoprono appassionati legalisti e chiedono legge ed ordine… sì, per non pagar mai dazio!

    Dal vuoto normativo si trascorre in breve al caos normativo (gran casino generale!) dovuto all’iperegolamentazione di leggi, leggine, delibere e determine adottate dalle regioni dopo la Riforma del Titolo V Cost attuata con Legge Costituzionale n.3/2001. Naturalmente la stagione delle leggi regionali si dimostra in breve tempo un fallimento pazzesco e con costi occulti spaventosi e già c’è chi si arrovella per una nuova super-mega-riforma della polizia mortuaria, magari su base…costituzionale, mentre i principi di una vera riforma, quando non già presenti implicitamente, potrebbero esser introdotti nell’ordinamento italiano con strumenti più semplici ed agili, senza la pretesa di rivoluzionare, per capriccio, l’universo mondo.

    Adesso chi aveva caldeggiato la polizia mortuaria su base federale (federale forse no, ma la polizia mortuaria è strutturata su base comunale già dall’8 giugno 1865 con il Regio Decreto n.2322) scopre la bellezza e la praticità di una norma unica e possibilmente nazionale e con la solita impudenza si agita, pretende e scalpita per ottenere soluzioni su misura (o…AD PERSONAM???) senza aver il buon gusto di ammettere l’errore epocale appena commesso. Tecnicamente tale atteggiamento sarebbe da definire come “schizofrenico”. Patologia, malafede oppure facile OPPORTUNISMO gattopardesco all’italiana?

  2. Perchè non ritorniamo sull’atteggiamento che ultimamente diversi Impresari tengono verso le normative dei Regolamenti Regionali sia della legge sulla sicurezza?? Stiamo ritornando verso la DEREGOLATION, tutti si inventano le soluzioni piu’ astruse per ovviare al problema, i Comuni non si attivano minimamente nei controlli nonostante la responsabilità del Sindaco.
    Se ci si rivolge all’ Ispettorato del lavoro dicono che non hanno risorse per procedere a tali controlli e, se questi avvengono, vengono fatti solo nelle sedi delle imprese e non direttamente sui servizi ( così cosa scoprono ?)
    In questa maniera è chiaro che l’Impresario “FURBO” avrà dei costi molto piu’ bassi di chi opera in regola, farà concorrenza sleale. E’ mai possibile che, nessuno gli abbia fatto capire che comunque con questi sistemi i suoi costi che a lui sembrano piu’ bassi per fargliela al collega, in realtà sono gli stessi o forse di piu’ visto che sulla cifra che paga in NERO comunque ci paga la percentuale di tasse?
    E poi, come la mette in caso di controlli con l’Agenzia delle Entrate quando gli verrà chiesto come realizza i suoi servizi se non dimostra di avere personale? Non si potrà sempre dire ” mi aiuta mia moglie e i miei figli” ma non sa che, anche questi devono essere assunti se, lavorano in azienda?
    E, non dimentichiamoci della valutazione dei rischi che ogni impresa deve fare e METTERE IN ATTO ciò che ha valutato.
    Inoltre, forse ci si dimentica nel fare i FURBI che ci sono anche gli studi di settore !!!
    Vogliamo darci una regolata???

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