Pubblichiama la seguente lettera, pervenuta a www.terlizzilive.it, e pubblicata il 30 dicembre 2008, con il titolo “Il cimitero dei morti viventi“. La descrizione delle cause del project financing cimiteriale di Terlizzi è sintomatica di come questo strumento venga sempre più utilizzato dalle Amministrazioni comunali, con scarsa conoscena di quel che possono determinare nel medio e lungo termine. Peccato che non siano adeguatamente compresi e descritti gli effetti a lungo termine. Ma questi li lasciamo al lettore, che potrà immaginare come gli oneri manutentivi di medio lungo termine vengano lasciati alle generazioni future. Un pò quel che l’Italia sta vivendo da anni con il megadebito statale o con i meccanismi di finanziamento delle pensioni. La redazione ha scelto questa tematica per iniziare il 2009, in quanto la ritiene emblematica per il settore cimiteriale.
Il cimitero dei morti viventi
Che il cimitero comunale terlizzese fosse saturo già dallo scorso anno, è ormai cosa nota.
A portare alla luce tale situazione nel novembre 2007, fu il circolo Legambiente di Terlizzi il quale, congiuntamente ad altre associazioni locali, organizzò un pubblico incontro per dibattere in merito alla grave situazione in cui l’impianto cimiteriale versava (e versa tutt’oggi), in termini di carenza di loculi e di campi per inumazioni.
In tale incontro il Sindaco e l’Assessore all’urbanistica presero la parola: quale migliore occasione per tranquillizzare l’uditorio informandolo che a breve sarebbero iniziati i lavori di costruzione – ad oggi ultimati – di 1008 loculi all’interno dell’area cimiteriale, sufficienti, a loro dire, per far fronte alle necessità.
Ad una mera analisi dei dati statistici tale numero di loculi parrebbe sufficiente per i prossimi nove/dieci anni (infatti nel decennio 1995/2004 sono state effettuate 1285 tumulazioni). Ciò corrisponderebbe al vero se non fosse che vi sono più di 750 salme tumulate provvisoriamente e quindi in attesa di essere allocate in maniera definitiva: i 1008 loculi, pertanto, garantirebbero ospitalità solo per esse e per i defunti che ci saranno da qui alla fine del 2010. Se a ciò aggiungiamo che la mancanza di campi per inumazioni (già da un anno ormai) si traduce in maggiore richiesta di loculi, il punto di saturazione verrà raggiunto ben prima della fine del 2010!
Per giunta i nostri amministratori, ignorando la drammatica carenza di loculi, consentono che i nuovi loculi siano dati in concessione a viventi, tanto che a qualcuno di voi sarà certamente capitato di vedere apposte, sui loro paramenti, iscrizioni contenenti generalità di conoscenti e di crederli ormai defunti, magari ponendo loro anche dei fiori. Circa 300 sono già stati “venduti” a viventi…beh non ci vuole certo una mente eccelsa per comprendere che a breve, quando tutti i provvisori verranno definitivamente traslati, il nuovo colombario sarà praticamente esaurito. Tra l’altro, dato l’elevato trend di vendite accordate a viventi, si rischia seriamente di far rimanere i provvisori tali chissà per quanto tempo ancora (c’è da chiedersi se a tutti i provvisori sia stata data la dovuta priorità di tumulazione!).
Già nel 1996, a causa della carenza di loculi, la Giunta Comunale deliberava di concedere quelli allora disponibili solo dietro presentazione del certificato di decesso. Anche il vigente Regolamento Comunale di Polizia Mortuaria all’art. 67 enuncia testualmente “Normalmente la concessione di sepoltura privata individuale viene fatta solo a decesso avvenuto di colui cui è destinata”. Questo dunque ciò che dovrebbe accadere normalmente, figuriamoci nella grave situazione di emergenza in cui versa il nostro cimitero!
I nuovi loculi si “acquistano” direttamente dall’impresa, come si fa con gli appartamenti di nuova costruzione, nonostante la norma nazionale (art.92 dPR 285/1990) reciti “non può essere fatta concessione di aree per sepolture private a persone o ad enti che mirino a farne oggetto di lucro o di speculazione”. Da notare che nel disciplinare allegato al bando di gara per l’affidamento della concessione per la progettazione, costruzione e gestione dei nuovi loculi, è scritto esplicitamente che l’aggiudicatario ha il “diritto di sfruttare economicamente i loculi realizzati”, …questo non è lucrare?
Il fazzoletto di terra (destinata a verde e non a costruzione di sepolture!) sul quale sorge il colombario con i suoli oltre mille loculi è di circa 400 metri quadrati: ciò significa che sono stati realizzati più di 5 loculi ogni 2 metri quadrati di suolo… il Regolamento Comunale di Polizia Mortuaria (art. 69) prevede la costruzione di un solo loculo ogni 2 metri quadrati. I loculi posti a base di gara erano infatti solo 400, lievitati a 1008 a seguito di proposta migliorativa dell’impresa aggiudicataria dell’appalto.
L’Amministrazione asserisce di aver così finalmente risolto l’annoso problema cimiteriale, a costo zero per le tasche dei cittadini per la tipologia dell’appalto – project financing – che consente all’aggiudicatario – finanziatore, esecutore e gestore dell’opera – di ricavare gli utili derivanti dalla gestione dei loculi. Ma se la gestione fosse stata in capo al Comune, si sarebbero introitate risorse con le quali effettuare i necessari interventi di adeguamento normativo e di manutenzione di cui l’attuale impianto cimiteriale necessita: realizzazione dell’impianto fognario e allaccio alla pubblica rete di fogna, abbattimento delle barriere architettoniche, rifacimento dei manti stradali e dei marciapiedi, rifacimento e conseguente messa a norma dell’impianto elettrico, e numerose altre indifferibili opere. Questi interventi richiederebbero un investimento di circa 800.000 euro. Una gestione internalizzata del colombario avrebbe certamente consentito tali guadagni (più di 2.500 euro/loculo per 1008… fate un pò i conti!!).
Ad oggi, purtroppo, Terlizzi non dispone di un Piano Regolatore Cimiteriale, obbligatorio per legge (art.54 dPR 285/1990), che preveda le aree destinate a costruzioni di sepolture e che consenta l’ampliamento, improcrastinabile, dell’area cimiteriale e la conseguente realizzazione di colombari, ossari e la predisposizione di nuove aree per inumazioni oramai esaurite.
E’ ora che si provveda seriamente alla redazione ed approvazione di tale piano e ad avviare quanto prima le procedure espropriative dell’area a sud dell’attuale cimitero, tipizzata “F6” dal vigente PRG, destinata ad ampliamento cimiteriale.
In conclusione qualche interrogazione: era proprio necessario che progettisti e costruttore incidessero i propri nomi sul colombario? E’ forse una scultura o una opera d’arte tale da far meritare la venerazione ai suoi creatori, o una donazione alla cittadinanza per la quale sia doveroso ricordarne i benefattori?
Michelangelo Guastamacchia
Vicecoordinatore del Circolo politico-culturale “La Ginestra”