In Italia, da nord a sud, è presente un gran numero di cimiteri abbandonati, alcuni dei quali sono diventati delle vere e proprie attrazioni turistiche.
In provincia di Genova ne è presente uno a Favale di Malvaro, costruito a metà del 1800 per ospitare i defunti membri della famiglia Cereghino, convertiti alla fede Valdese; un altro a Carasco, costruito alla fine della prima guerra mondiale e presto abbandonato con spostamento dei cadaveri ivi sepolti. Oggi rimane pertanto solo il rudere del mausoleo e le buche usate per le tombe e le fosse comuni.
Altro cimitero abbandonato è quello della Darola, che si trova nelle immediate vicinanze del Principato di Lucedio, in provincia di Vercelli. Costruito nel XV secolo e abbandonato negli anni ’60, è divenuto famoso per i riti satanici di magia nera ivi praticati fin dal tardo XVII secolo.
Un cimitero particolarmente inquietante è quello di San Finocchi a Volterra, in provincia di Pisa, costruito alla fine del XIX secolo nei pressi dell’ex manicomio locale per accogliere i morti della struttura che nessuno reclamava. Fu chiuso nel 1978 insieme al manicomio stesso.
Le visite qui sono vietate, se non dietro autorizzazione del comune, ma chi è comunque entrato ha raccontato di croci di cemento senza nomi né date.
In provincia di Perugia si trova il cimitero di Marzana, abbandonato negli anni ’50 a causa del progressivo spostamento della popolazione dal borgo verso i centri abitati più grandi.
A Ventotene, in provincia di Latina, si può visitare il cimitero degli Ergastolani, luogo di sepoltura dei carcerati detenuti sull’Isola di Santo Stefano.