Il disegno della memoria

ImageDopo un prolungato periodo di disinteresse, negli ultimi anni si assiste ad un risveglio dell’attenzione e ad una nuova consapevolezza nei confronti dei cimiteri, architetture urbane monumentali che da una parte sono musei all’aperto e dall’altra infrastrutture con una funzione di servizio importante. La tutela del bene materiale si intreccia e in parte si scontra con il mantenimento in uso, come la conservazione della memoria contrasta con il principio egualitario di rotazione delle sepolture che è all’origine della fioritura dei cimiteri napoleonici.
Nella cultura europea, in particolar modo nei paesi cattolici, al loro interno si è accumulato un ingente patrimonio che non è solo architettonico e artistico, ma costituisce un’espressione significativa di bene culturale. La qualità materica dei singoli manufatti è infatti il vettore di una memoria civica che deve essere difesa in sé, prima ancora che come espressione delle arti.
La tutela delle parti storico-monumentali dei cimiteri presenta quindi importanti implicazioni legate alla conservazione della funzione, indispensabile a garantirne la sopravvivenza, e alla necessità di salvaguardia e valorizzazione dei valori immateriali che questi ricordano attraverso richiami sottili alla storia e al costume.
L’architettura della memoria assume così un disegno complesso che richiede un rilievo articolato e interdisciplinare, perché la conoscenza è il fondamento della conservazione.

Questo libro dedicato all’Ottagono monumentale del Cimitero della Villetta raccoglie una parte degli esiti del complesso lavoro di rilievo eseguito a monte della redazione di strumenti di pianificazione e previsione di interventi architettonici, e costituisce l’avanzamento di una ricerca precedente sul sistema cimiteriale della città di Parma, che ha condotto all’approvazione di un piano regolatore specifico e alla pubblicazione di un primo volume (Città perduta, architetture ritrovate. L’Ottagono del Cimitero della Villetta e altre architetture funerarie a Parma, a cura di Michela Rossi, ETS, Pisa, 2007), del quale il secondo rappresenta la prosecuzione.
Il passaggio dalla scala urbanistica a quella architettonica ha messo in risalto le complesse articolazioni del disegno della memoria, richiedendo il coinvolgimento di specificità disciplinari diverse per dare il più ampio riscontro scientifico alle previsioni degli strumenti progettuali di tutela e intervento. Alla collaborazione diretta tra architetti, chimici e biologi si è aggiunto l’apporto degli storici dell’arte e degli storici, che hanno messo in risalto la relazione profonda tra forme materiali e valori immateriali. L’architettura del cimitero è la rappresentazione costruita che meglio di ogni altra racconta la società che la ha espressa.
Inevitabilmente, la successione dei saggi che costituiscono il volume, è solo una sintesi del materiale prodotto dai rilievi, rielaborato in modo da sottolineare le diverse chiavi di lettura offerte dall’architettura e dai manufatti che contiene. Quest’ultima esplicita il richiamo perenne tra la città dei morti e quella dei vivi, implicito nella concezione dell’impianto urbanistico ma manifesto anche nell’articolazione formale e nella concezione del dettaglio ornamentale e dell’arredo funebre.
Ancora una volta l’indice lascia spazio a successivi approfondimenti, introducendo nuovi spunti di ricerca a partire dall’approfondimento dei temi introdotti dai diversi saggi che precedono la presentazione dei rilievi e che ne danno lettura critica, una o alcune tra le tante possibili, come una traccia che lascia ulteriori spazi interpretativi al lettore.

Nella prima parte del testo sono riuniti i saggi direttamente riferibili al progetto del cimitero parmense, con quelli che indirettamente ne approfondiscono le valenze significative: le normative storiche e la memoria civica.La seconda parte raccoglie i saggi dedicati ai riferimenti che aiutano a capire i modelli e le scelte formali come risultante di valori culturali e consuetudini di costume in perenne trasformazione. Nella terza parte si ritrovano i saggi relativi alle preesistenze e agli aspetti materici dell’architettura. L’ultima parte raccoglie la rappresentazione dei rilievi architettonici e una descrizione delle architetture principali con un riferimento sintetico alle sepolture e alle note biografiche dei defunti più illustri.
Chiude il volume il corpo degli apparati, nel quale la parte più consistente è rappresentata dal glossario architettonico-funerario e da una raccolta ragionata dei simboli funebri e dei loro significati.

Due sono le chiavi di lettura del volume.
Da una parte il racconto del monumento e dei suoi molteplici riferimenti, dall’altra le potenzialità di una serie di progetti di ricerca parziali che si sono susseguiti nel tempo in modo organico e concatenato, allargando il campo di interesse in modo interdisciplinare.
Il confronto tra ricercatori di diversa estrazione e formazione scientifica mette in risalto l’esistenza di finalità parallele che è stato possibile raggiungere per piccoli passi e la progressiva concentrazione dell’interesse dal generale al particolare.
La complessità del sistema nel suo insieme e la diversificazione degli ambiti interessati hanno richiesto indagini specifiche con riflessi più ampi, che alla fine hanno riportato l’attenzione all’Ottagono primitivo del cimitero parmense, dal quale è iniziata la ricerca e dal quale possono partire ulteriori approfondimenti. Ma i risultati di questa ricerca contestualizzata ad un caso specifico offrono soprattutto una risposta metodologica generalizzabile ai diversi problemi pratici in relazione all’architettura cimiteriale monumentale, riconducibili a gestione, conservazione e valorizzazione.

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