Il cimitero campestre di Monte Aguzzo, ultima propaggine del comune di Cesena prima del territorio comunale di Roncofreddo che a molti appare come un camposanto improvvisato ed abusivo è in realtà un luogo di sepoltura di cittadini islamici (ma la maggiorparte delle salme sono bambini nati morti o feti) costituito a Cesena nel 1999, con una delibera comunale, fortemente voluta dall’allora assessore Sanzio Benedetti. “Litighiamo da vivi ma almeno restiamo in pace da morti”, era la frase che citava spesso Benedetti. E fu così che davanti alle sollecitazioni di una comunità islamica che andava allargandosi e mostrava esigenze di sepellire i propri morti, fu proprio quel piccolo cimitero collinare, dove da anni nessuna spoglia cristiana aveva cercato riposo, a venire destinato ai fedeli di Allah. ”E’ una soluzione di cui siamo fieri – afferma la responsabile dei cimiteri cesenati, Annalisa Gianfanti – Cesena resta l’unica realtà in Romagna ad avere un luogo di sepoltura per gli islamici. Ci arrivano spesso richieste da parte dei territori limitrofi, da Rimini, da Ravenna, ma non siamo propensi a concedere deroghe, lo spazio, infatti è limitato”.
“Il Comune provvede periodicamente a falciare l’erba – elenca Annalisa Gianfanti – e un volontario dell’Auser va quotidianamente ad aprire e a chiudere il cancello del cimitero (alle 8 e alle 17) e, naturalmente, controlla che non vi siano scavi non autorizzati”. Le esigenze di sepoltura della comunità islamica passano attraverso un responsabile presso il centro stranieri, il comune manda i necrofori per scavare la fossa, che deve avere dimensioni regolamentari ed ogni salma deve essere rigorosamente raccolta dentro una bara. “Buona parte delle tombe, che sono in tutto 39, non hanno nome sulla lapide – spiega la responsabile dei cimiteri – poichè trattandosi di bimbi nati morti il nome che compare dovrebbe essere quello dei genitori, e molti preferiscono non metterlo”.