Il capitello che conserva la memoria di un cimitero storico.

A Zugliano (VI), nella frazione di Centrale, in località Fontanelle alla Madonnetta, vi è un capitello comunemente chiamato “capitello dei morti”, ma anche “capitello della peste”. Si trova ai margini di un prato e la denominazione deriva da una lontana presenza di un cimitero, da numeroso tempo soppresso (il riferimento alla peste costituisce un indicatore temporale, per quanto grezzo) tanto da essersene perduta la memoria, salvo, appunto, per questa denominazione.
Il capitello è in stato di degrado, con cedimento delle fondamenta, rilevato, tra gli altri, da un architetto locale, membro dell’associazione culturale Ricercatori Grande guerra Carrè-Chiuppano’. Insieme con l’Amministrazione Comunale ed il gruppo storico Ricercatori storici Zugliano  è stato deciso di lanciare una campagna di soccorso (donazioni) per il monumento, tanto più che, grazie al meccanismo dell’Art Bonus, chi fa una donazione liberale per sostenere il restauro del manufatto può beneficiare di agevolazione fiscali.
Perché non è un capitello votivo come tutti gli altri, ma tutto quello che resta a Zugliano del ricordo della pestilenza del 1630, che ha falcidiato le popolazioni in tutto il nord Italia; gli abitanti di Centrale avevano voluto infatti erigerlo immediatamente dopo la fine dell’epidemia in quel terreno che era stato adibito a cimitero, posto lontano dalle abitazioni.
Nel corso di una serata informativa (28/6/2018) il Sindaco ha dato conto di come vi siano già state alcune donazioni, mentre uno storico ha evidenziato: “Era tipico nel periodo della peste ritagliare uno spazio come “Lazzaretto” vicino ad un corso d’acqua, isolato dal centro. Così è stato per Thiene, di cui abbiamo testimonianze (anche qui con la denominazione di “pra’ (= prato) dei morti”), così per Zugliano. Se guardiamo con attenzione il prato davanti al capitello, vediamo che il piano della campagna ha subito un riporto di terra, la superficie è convessa’.
Un altro intervento ha ricordato come: “Nel corso del 1800 il terreno, oggi comunale, è rimasto isolato perché era stata dismessa la strada dalla Madonnetta, ed anche per questo nel corso degli anni il ricordo del cimitero è stato dimenticato. Ma è rimasto il capitello con la sua imponenza, ben 3,40 metri di altezza e 2,40 di larghezza, fatto con la pietra del posto. La sua struttura esterna è semplice, ma all’interno abbiamo scoperto che è stato collocato un elemento molto più antico, una ancòna o pala d’altare con raffigurata un pietà in pietra, recuperata non si sa da dove. Il nostro capitello non è solo un simbolo di devozione, ma ha anche una doppia storia“.
Secondo una storica dell’arte ha ipotizzato una sua datazione: “L’antica pietà proviene probabilmente da un edificio sacro ed è scolpita nella pietra morbida, purtroppo molto rovinata dalle intemperie. La possiamo datare, in base anche alla tipologia degli abiti dei putti, nella seconda metà del ‘400’.

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Sereno Scolaro

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