I cimiteri: tra passato e futuro, una riflessione sulla loro evoluzione culturale e sociale
Il Professor Giovanni De Luna, nell’intervento a SEFIT10, svoltosi a Verona il 29 novembre 2024, ha esposto una sua riflessione sulle trasformazioni culturali e sociali dei cimiteri, sollevando inquietudini più che offrendo certezze.
Attraverso una prospettiva storica, il De Luna evidenzia come la contemporaneità stia mettendo in discussione valori e simboli che per secoli hanno definito il rapporto tra i vivi e i morti.
In un contesto segnato da guerre, pandemie e cambiamenti demografici, la figura del cimitero come luogo di memoria collettiva sembra vacillare.
Il cimitero tra storia e identità
La modernità dei cimiteri trova origine tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quando riforme napoleoniche e ideali illuministici trasformarono la concezione della morte e del lutto.
Il cimitero, inteso come “museo a cielo aperto”, divenne un luogo di culto e memoria collettiva, con una netta separazione tra la “città dei vivi” e quella dei morti.
Questa separatezza aveva una valenza non solo architettonica, ma anche simbolica e psicologica, offrendo un modo per confrontarsi con la morte senza esserne sopraffatti.
Oggi, tuttavia, i cambiamenti culturali e sociali stanno scardinando queste certezze.
De Luna sottolinea come la pandemia e le guerre abbiano eroso le barriere simboliche, riportando la morte in una contiguità stretta con la vita.
La solitudine del morire durante la pandemia e la promiscuità tra vivi e morti nelle guerre moderne sono esempi di come questa “separatezza” sia profondamente mutata.
Le nuove dinamiche culturali
Diversi fenomeni contemporanei contribuiscono alla trasformazione del cimitero e del lutto:
- Diffusione della cremazione e dispersione delle ceneri: Queste pratiche riducono il ruolo del cimitero come luogo fisico e sacro, spostando il lutto su una dimensione privata e familiare.
- Privatizzazione del lutto: L’affido delle ceneri alle famiglie elimina il carattere comunitario del lutto, favorendo una gestione personale e individualizzata.
- Declino della mortalità precoce: L’aumento dell’età media sposta l’esperienza della morte lontano dal quotidiano, rendendola un evento meno collettivo e più isolato.
Questi cambiamenti, secondo De Luna, si intrecciano con la crisi culturale della separatezza. La distinzione tra vivo e morto, un tempo marcata e regolata, si sta dissolvendo, portando con sé una ridefinizione del rapporto stesso con la morte.
Le sfide per il futuro dei cimiteri
Di fronte a questi mutamenti, De Luna si interroga sul ruolo delle istituzioni e del mercato. Da un lato, lo Stato potrebbe intervenire per preservare i cimiteri come luoghi di memoria e beni comuni, seguendo l’esempio di altre battaglie culturali come quella per l’acqua pubblica. Dall’altro lato, il mercato rischia di mercificare ulteriormente il lutto, trasformando la restituzione delle ceneri in momento principalmente di profitto.
La perdita della dimensione rituale e identitaria potrebbe svuotare i cimiteri del loro ruolo collettivo, rendendoli semplici spazi urbani privi di profondità culturale.
Un futuro incerto
L’intervento di De Luna si chiude senza offrire risposte definitive, ma con una chiara consapevolezza dell’urgenza di ripensare il ruolo dei cimiteri nella società contemporanea.
La sfida sta nel bilanciare tradizione e modernità, preservando la memoria collettiva e il valore simbolico dei cimiteri in un mondo sempre più orientato verso individualismo e privatizzazione.
Se i cimiteri devono rimanere luoghi di identità condivisa, sarà necessario un ripensamento culturale e politico che coinvolga Stato, mercato e comunità, per affrontare i cambiamenti in atto senza perdere di vista il legame profondo tra vivi e morti.
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