Grandi obesi: difficile la sepoltura e la cremazione?

Il 9 agosto 2022 è apparso su un organo di stampa nazionale (Repubblica, e non sappiamo se poi pubblicato anche da altri) l’articolo che riportiamo di seguito, che merita un commento, pur con la dovuta attenzione e delicatezza perché sono in gioco affetti importanti e il ricordo di una vita in comune:

Cuoco obeso muore a 51 anni ma non può essere cremato: «È fuori misura». La moglie: «Discriminato anche da morto»

Pesava 180 chili, M.M. e, anche nel momento della morte ha ha trovato difficoltà. La vita e la morte di una persona obesa, può avere dei retroscena inimmaginabili.
M. faceva il cuoco a Castagnaro (Verona) ed è morto il 25 giugno 2022 per un cancro al colon.
Ora è la compagna N.G. a voler raccontare il suo percorso a Repubblica, sperando di cambiare le cose.
«Non abbiamo potuto scegliere la bara: quella adatta a contenere una salma così grande era di un solo tipo. Marco voleva essere inserito in un loculo accanto ai genitori ma anche questo non è stato possibile, per via delle misure standard dei loculi. Ci hanno detto che perfino la bocca del forno crematorio era troppo piccola e che non ci sarebbe entrato. Allora io dico: tutto questo non è ammissibile».
«Stiamo abbattendo le barriere di discriminazione di tanti gruppi di persone e non abbiamo alcun riguardo per i sovrappeso».
M. era in sovrappeso, e quei 180 chili spesso causano tante patologie: dal diabete all’ipertensione, all’insufficienza renale. Ma, nel frattempo aveva sempre continuato a vivere la sua vita, a lavorare, a pianificare un futuro con N., che lavora a Castagnaro come assistente scolastica e che stava con lui ormai da 8 anni.
«L’amore che ho per lui è immenso – continua N. -. Non ti devi vergognare per il tuo peso, gliel’ho sempre detto.
Certo non immaginavo che anche la morte ci avrebbe messi di fronte a questa diversità».
Quando M. è morto, i parenti si sono trovati di fronte ad una serie di difficoltà: un solo tipo di bara, niente loculi, niente cremazione. Unica possibilità, la sepoltura a terra.
Tutto questo per le misure: «Il mio compagno non è il primo a vivere tutto questo» continua N..
«Purtroppo in Italia riserviamo tutte le attenzioni sulla nascita ma la morte non viene considerata» dice Luciano Taffo, titolare dell’impresa funebre divenuta famosa per le campagne pubblicitarie e gli slogan sui social network.
«Come ci sono i campi per le persone che non hanno un reddito, i cimiteri dovrebbero dotarsi di loculi per persone obese.
Oppure bisognerebbe dare la possibilità di costruirsi un manufatto, per collocare una bara di particolari misure.
Noi abbiamo fatto funerali a persone che pesavano anche oltre i 210 chili.
Sappiamo i problemi che si incontrano, perché li viviamo tutti i giorni.
Un altro problema sono i forni crematori, che vengono tutti dati in gestione ai comuni: ma un comune si muove soltanto sul campo dell’ordinario».

Commento

Il campo comune in Italia non è riservato agli indigenti (come erroneamente detto da un impresario funebre richiesto di commentare), bensì è la sepoltura ordinariamente prevista dalla normativa italiana per chiunque, sia questi ricco o povero. Basta semplicemente che si faccia questa scelta. Ed è prevista per ogni cimitero.
Non è obbligo del comune rendere disponibile in cimitero loculi o altre sepolture a sistema di tumulazione. È solo una facoltà, anche se gli usi e le tradizioni nell’ultimo secolo hanno creato questa falsa idea nella opinione pubblica.
Già le indicazioni di riferimento statali (circolare Min. sanità n. 24 del 24/6/1993) prevedono misure minimali interne per ciascun loculo di nuova costruzione (da quella data) di 75 cm. x 70 cm. x 225 cm., che per il 99% dei defunti consentono di collocare feretri over size.

Ove si intendesse provvedere può essere interessante e utile prevedere da parte del Comune o del gestore del cimitero, nell’obbligatorio piano regolatore cimiteriale, qualche manufatto per situazioni diverse dall’ordinario, come loculi per obesi, loculi in file basse per familiari che abbiano problemi a salire sulle scale, per non vedenti, ecc.. E, quindi ,proprio per risolvere situazioni fuori dell’ordinario. Ma non c’è proprio alcuna discriminazione voluta: è impossibile dimensionare la totalità dei manufatti in relazione al caso eccezionale!
In ogni caso è già consentito realizzarsi cappelle o sepolcri privati dove prevedere manufatti per dimensioni del feretro over size: basta acquistare la concessione del terreno, presentare il progetto e provvedere alla costruzione come privato concessionario per le sepolture familiari.
Cosicché il feretro fuori dimensione standard avrebbe potuto essere collocato temporaneamente in luogo che lo consentisse per poi essere traslato, a sepoltura agibile, nel luogo adatto alle sue dimensioni.

È la norma L. 130/2001 a considerare il crematorio come possibile da realizzare solo dal comune, nelle forme previste dalla legge e secondo pianificazione regionale. Tra le forme previste dalla legge vi è anche il project financing, cioè la realizzazione a cura e spese di un privato di un impianto di cremazione che, solo al termine della durata della concessione diventa comunale.
Lo Stato avrebbe dovuto emanare già dal 2001 le norme a cui attenersi per la realizzazione di crematori (tra cui presumibilmente anche le dimensioni delle bocche dei forni), ma ancora non l’ha fatto.

Ciò detto è utile riportare il paragrafo 4 delle Istruzioni per la gestione dei crematori emanate da Utilitalia SEFIT e dalla FIC e di riferimento per il settore funerario italiano, quando si chiede una cremazione:


“4. Dimensione del feretro
4.1. Qualora le dimensioni esterne del feretro superino in lunghezza i 205 cm., in larghezza i 70 cm. o in altezza i 60 cm., esso è definito OVERSIZE. L’impresa funebre è tenuta a segnalare tale evenienza all’ufficio comunale competente al rilascio delle autorizzazioni al trasporto e alla cremazione.
4.2. In caso di trasporti di cui al punto che precede l’impresa funebre, in fase di prenotazione del servizio di cremazione, procede ad avvertire per iscritto, anche per via telematica (attraverso il web, con mail, con fax, ecc.), il responsabile del crematorio di destinazione per ottenerne l’esplicita accettazione, senza la quale il feretro dovrà essere avviato ad altro impianto. L’accettazione del feretro OVERSIZE è consentita soltanto qualora le dimensioni della bocca del forno del crematorio siano tali da consentire l’introduzione in sicurezza del feretro nella sua integrità, senza quindi manomissioni dei sigilli o atti che ne deformino i suoi componenti.
4.3. Per scongiurare ipotesi di rifiuto di pubblico servizio, il responsabile del crematorio, nei casi in cui sia impossibile accogliere un feretro OVERSIZE, comunica il motivato diniego anche all’ufficio comunale competente al rilascio delle autorizzazioni di legge.”

È quindi l’impresa funebre che a conoscenza della straordinarietà del caso si deve preoccupare di consigliare un feretro adeguato e in caso di cremazione l’avvio al crematorio più vicino, dotato di dimensioni della bocca del forno adeguate.
Anche il fatto che vi sia un solo tipo di bara non è vero.
È possibile che l’impresa funebre in questo periodo (tra l’altro di chiusura delle fabbriche produttrici di cofani) ne disponesse di uno solamente.
Ma sono diverse le possibilità di utilizzo di cofani extra large già da parte delle maggiori fabbriche italiane di bare, e addirittura ci risulta che vi sia almeno un fabbricante specializzato proprio per situazioni del genere.

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